Ieri mattina è stata recapitata al presidente della Commissione Antimafia della Regione Sicilia, Claudio Fava, una busta contenente un proiettile calibro 7,65.
La Commissione Antimafia guidata da Fava è impegnata in queste settimane in approfondimenti sul depistaggio dell’inchiesta sulla strage di via d’Amelio e sul caso che coinvolge l’ex presidente di Confindustria Sicilia. Inoltre, la scorsa settimana l’Assemblea Regionale della Sicilia, su proposta della Commissione, ha approvato un disegno di legge che impone ai deputati siciliani di dichiarare eventuali appartenenze alla massoneria.
Claudio Fava, figlio di Giuseppe Fava, assassinato da Cosa nostra il 5 gennaio del 1984, è ormai da anni un punto di riferimento della società civile siciliana, impegnato quotidianamente nel denunciare quei legami con la cosiddetta area grigia che rendono Cosa nostra ancora pericolosa e in grado di inquinare la società siciliana.
Avviso Pubblico esprime solidarietà e vicinanza a Claudio Fava, invitando le autorità preposte a fare chiarezza al più presto sulle motivazioni che si celano dietro questo vile atto intimidatorio. La minaccia recapitata al Presidente della Commissione Antimafia regionale è l’ultima di una infinita sequela che ha visto finire nel mirino gli amministratori locali anche nel corso del 2018, una continuità preoccupante che Avviso Pubblico denuncia ormai dal 2011 nel suo annuale report “Amministratori sotto tiro”.
La Sicilia resta uno dei territori simbolo degli “Amministratori sotto tiro”, costantemente tra le prime 3 regioni più colpite annualmente dalle intimidazioni. Anche quest’anno sembra non voler scendere dal podio.
Al 15 settembre con 66 gli atti intimidatori e di minaccia censiti nel 2018 da Avviso Pubblico contro sindaci, assessori e consiglieri regionali, provinciali e comunali, personale della Pubblica Amministrazione la Sicilia risulta essere la seconda regione più colpita