Blitz della Finanza all’ospedale di Terlizzi. Arrestati tre oculisti

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La Guardia di Finanza di Molfetta ha eseguito l’arresto del primario del reparto oculistico dell’ospedale “Sarcone” di Terlizzi (BA) e di altri due oculisti esterni alla struttura.

Si tratta del primario Antonio Acquaviva, 56 anni, di Bari, e i medici Giuseppe Fanelli, 57, di Bitonto, e Vincenzo Mangione, di 62, originario di Corato.

Militari della tenenza guardia di finanza di Molfetta, all’esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria, coordinata dalla procura della repubblica presso il tribunale di Trani nella persona del procuratore capo dr. Carlo Maria Capristo e dal sost. Proc. Dr.ssa Simona Merra, hanno tratto in arresto il primario del reparto di oculistica dell’ospedale “Sarcone” di Terlizzi e due medici oculisti abusivi esterni alla struttura, i quali in violazione di tutte le specifiche norme in materia sanitaria, hanno organizzato e gestito all’interno del predetto nosocomio, una vera e propria clinica privata, procurandosi così un ingiusto vantaggio patrimoniale ed arrecando un danno dell’Asl di Bari/2, quantificato in euro 140 mila circa.

Il servizio trae origine da un’autonoma attività info-investigativa finalizzata alla ricerca e repressione delle frodi in danno del servizio sanitario nazionale/regionale, che consentiva di rilevare irregolarità nella gestione del reparto di oftalmologia – oculistica dell’ospedale “Sarcone” di Terlizzi , annoverato fra le cosiddette “strutture semplici” cioè quelle nelle quali non è consentito espletare ricoveri notturni, in quanto non è specificatamente prevista la continuità assistenziale, ovvero non sono assicurati né il servizio notturno del medico di guardia né i servizi infermieristici notturni.

Le indagini coordinate dal Sostituto Procuratore dr.ssa Simona Merra, prendevano le mosse dall’escussione a sommarie informazioni, nel mese di giugno 2012, dei medici ed infermieri impiegati presso il reparto, nonché dalla successiva disamina della documentazione acquisita (referti, cartelle cliniche e registri operatori) posta a confronto con le prescrizioni dettate dalla normativa quadro della sanità della regione puglia, rappresentata dal regolamento regionale del 13.01.2005 n. 3 successivamente modificato dal regolamento regionale del 05.02.2010 n. 3. La suddetta disciplina detta rigorose prescrizioni concernenti i requisiti organizzati generali, la politica, gli obiettivi, le procedure per l’accesso alle prestazioni, che non risultavano assolutamente rispettate

L’esito dell’indagine, determinava l’avvio di un procedimento penale, nell’ambito del quale i successivi e puntuali approfondimenti investigativi, consentivano di accertare in pregiudizio di tre medici, il primario del reparto e due medici esterni alla struttura, condotte penalmente rilevanti, ascrivibili alle ipotesi di reato previsti e puniti dagli artt. 81- 61 n. 2 – 476 – 479 – 323 c.p. (abuso d’ufficio – falso materiale e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici) per aver organizzato e gestito all’interno del predetto nosocomio, un vero e proprio “centro di potere” in totale autogestione, procurandosi così un ingiusto vantaggio patrimoniale ed arrecando un danno dell’asl bari/2, quantificato in euro 140 mila circa, per il solo periodo marzo-luglio 2012, riveniente dall’uso di materiale sanitario, e, più in generale dall’utilizzo del reparto nei termini innanzi detti, inevitabilmente comportanti una frode al servizio sanitario nazionale, con esborso di denaro pubblico a carico dell’ospedale.

In tal senso, il danno subito dalla pubblica amministrazione si è sostanziato nelle spese non obbligatorie che il primario faceva lievitare, mediante l’agevolazione dei ricoveri dei pazienti dei dottori “abusivi”, successivamente operati dagli stessi, nonchè nell’indebito utilizzo delle strutture del reparto da parte degli abusivi, consistenti nella sala operatoria, nei posti letto e nel lavoro in nero delle infermiere

Va premesso che la giunta regionale con delibera n. 1110 del 5.6.2012 aveva previsto la riduzione dei posti letto del reparto di oculistica dell’ospedale di terlizzi da n. 10 a 2, comportando una riqualificazione dello stesso in “unità operativa semplice

Il primario, allo scopo di far figurare il reparto da lui diretto alla stregua di una unità operativa “complessa”, autorizzava ricoveri ospedalieri notturni non necessari di pazienti affetti da patologie oftalmiche, potendo le relative prestazioni sanitarie essere trattate in regime di day hospital (ricovero diurno) o day surgery (ricovero ambulatoriale).

Naturalmente era costretto ad attestare falsamente nelle cartelle cliniche dei pazienti che che la loro permanenza era limitata al giorno, falsificando a tal fine la scheda di dimissioni ospedaliera.

In particolare, nelle cartelle cliniche, non venivano riportati diagnosi, esami, condizioni cliniche, prestazioni effettuate e prescrizioni terapeutiche – in tal modo non consentendo di ricostruire con esattezza la storia clinica del paziente, soprattutto in caso di complicazioni. Inoltre, i registri operatori risultavano privi di firma nello spazio riservato alla “firma dell’operatore”, nei quali non vi è traccia della presenza dei “medici abusivi” che eseguivano, su autorizzazione del primario, interventi oftalmici in sala operatoria

Inoltre, il primario, consentiva a due oculisti non appartenenti al reparto, cioè non “strutturati” ovvero privi di qualsiasi autorizzazione per poter operare presso un ente pubblico, e non legati alla struttura ospedaliera da alcun contratto, di eseguire interventi oftalmici in sala operatoria, omettendo di riportare la loro presenza sui registri operatori e dunque attestando il falso.

L’intero meccanismo come sopra descritto, oltre a procurare al primario ed ai medici un ingiusto vantaggio patrimoniale, determinava un ingente danno per il servizio sanitario nazionale.

Le misure cautelari ed il sequestro preventivo del reparto di oculistica sono stati eseguiti nella mattinata odierna.

E’ vero! La notizia è datata, ma non sappiamo come è andata a finire. Questo è il limite dell’informazione pubblica.

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