In città cresce l’allarme microcriminalità, anzi non tanto «micro». Dopo l’episodio dell’aggressione a tre agenti della Polizia locale in piazza Vittorio Emanuele, avvenuto due settimane fa, a tenere banco (oltre al rogo che ha distrutto le auto del vicecommissario della Polizia penitenziaria del carcere di Trani e di sua moglie in via Michiello) si aggiungono altri episodi che fanno discutere e che riguardano fuochi pirotecnici non autorizzati.
E’ anch’essa una vecchia «piaga» della città, di dubbia natura, diffusa in molti quartieri. L’ultimo episodio la scorsa settimana, precisamente a giovedì 6 maggio. Intorno alle 21,30 il silenzio pre-coprifuoco è stato squarciato da improvvisi fragori, simili a fuochi d’artificio a cui si assiste in una festa patronale.
A denunciare l’episodio è il Liberatorio Politico, attraverso il suo coordinatore Matteo d’Ingeo. «A Molfetta non è la prima volta che accade, anzi è diventata quasi una consuetudine un po’ ovunque – afferma d’Ingeo -. La zona più gettonata, fino a qualche anno fa, era piazza Paradiso, poi da oltre un anno la nuova piazza d’armi sembra essersi spostata a Cala Sant’Andrea e poi nel quartiere intorno a piazza Vittorio Emanuele. Ma l’evoluzione logistica di questo tipo di manifestazioni “popolari” ormai non risparmia nessun rione e i “fuochisti” appartengono sempre a famiglie, e loro rampolli, che hanno bisogno ancora di “marcare” il territorio». Parole pesanti, insomma.
Secondo quanto si è appreso, proprio la scorsa settimana una decina di razzi hanno bloccato il traffico per parecchi minuti. Qualcuno ha fatto esplodere le batterie di fuochi d’artificio collocati sull’asfalto. Appena terminato lo spettacolo, i «fuochisti» di turno sono andati via in sella a ciclomotori e biciclette elettriche. La batteria pirotecnica del 6 maggio ha riguardato via E. Germano.
«Attendiamo le risposte dalle forze dell’ordine e dall’amministrazione comunale perché gli elementi per indagare ci sono tutti – conclude d’Ingeo – evidentemente esiste una squadra specializzata che, su commissione, fornisce i fuochi d’artificio illegali e li esplode. Al mattino restano sempre i resti dello “spettacolo pirotecnico”».
fonte: Matteo Diamante – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
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