fonte: http://bari.repubblica.it – di TATIANA BELLIZZI
Ci sono anche affiliati ad organizzazioni criminali attive su Cerignola tra le nove persone arrestate dai militari della guardia di finanza di Foggia nell’ambito di un importante blitz antidroga. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di spaccio aggravato di sostanze stupefacenti e furto aggravato.
Finiscono in carcere Salvatore Polimeno di 29 anni di Lecce, già detenuto, e i foggiani Luigi Costantino di 22, Francesco Cucchiarale di 21 ritenuto vicino ad un clan malavitoso cerignolano, Luigi Seccia di 27, Ponzio Latorre di 25 e Luca Di Girolamo di 25. Domiciliari, invece, per Matteo Seccia di 29, Vincenzo Buonavita di 37 e Tomas Comitogianni di 21.
Le indagini sono iniziate lo scorso 23 settembre con l’arresto di Annibale Di Giovine, agente della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Foggia, accusato di aver introdotto in carcere mezzo chilo di hashish. Lo sviluppo investigativo ha consentito di individuare sia il fornitore sia il destinatario dello stupefacente ovvero un pregiudicato leccese che stava scontando una condanna per omicidio volontario.
Attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, nel periodo compreso tra novembre 2017 e gennaio 2018 i finanzieri hanno accertato una decina di episodi di spaccio e hanno sottoposto a sequestro quasi cinque chili di hashish, dai quali sarebbe stato possibile ricavare 34mila e 500 dosi, e circa 40 grammi di marijuana. Si tratta di partite di droga ‘griffate’ che contraddistinguono la volontà delle organizzazioni criminali di brandizzare la sostanza stupefacente.
Ad esempio una panetta di hashish da cento grammi di scarsa qualità definita appunto ‘puzzone’ veniva venduta a 160 euro; al contrario la panetta marchiata ‘Louis Vuitton’ costava, all’acquirente finale, circa 200 euro. A tre degli indagati Luigi Costantino, Vincenzo Buonavita e Tomas Comitogianni è contestato anche il tentativo di assalto ad un bancomat di un istituto di credito di Orta Nova pochi giorni prima di Natale.
E’ stata infatti accertata la disponibilità di tutto il materiale utile a compiere il furto ovvero: la cosiddetta ‘marmotta’ , chiodi a tre punte, un veicolo che avrebbero utilizzato a mo’ di ariete per sfondare la vetrata della banca, nonché fari abbaglianti ed estintori per rallentare un eventuale inseguimento da parte delle auto delle forze di polizia.