Foggia, sottoscritto il protocollo contro il racket delle estorsioni

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E’ stato sottoscritto oggi nella prefettura di Foggia, alla presenza del commissario straordinario di governo per le iniziative antiracket e antiusura, Santi Giuffrè, un protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni estorsivi nei cantieri edili. Alla cerimonia della firma sono intervenuti il prefetto di Foggia, Maria Tirone, il presidente onorario della Fondazione antiracket, Tano Grasso e il presidente dell’Ance Foggia, Gerardo Biancofiore.

L’iniziativa consente il rafforzamento di tutte le azioni a sostegno delle imprese di costruzione e a tutelarne il libero esercizio. Mira, in particolare, a incrementare il senso di sicurezza percepito dagli imprenditori e a divulgare le informazioni per la conoscenza delle iniziative e delle norme esistenti in materia di racket.

“La firma dei protocolli sta ad indicare la volontà da parte dello Stato e delle istituzioni di muoversi in una direzione compatta e congiunta verso la legalità”. Lo ha dichiarato nel corso di un incontro in prefettura il commissario straordinario di governo antiracket e antiusura, Santi Giuffrè.

“Il punto – ha spiegato – è far capire che la firma dei protocolli rappresenta solo il punto di partenza verso un percorso comune, una strada difficile e complessa ma che rappresenta l’unica strada che può portare ad una sorta di riscatto del Sud e del Mezzogiorno. La realtà di Foggia è una delle più complesse d’Italia. La mia ennesima presenza qui è la testimonianza della volontà di dare una mano a questo territorio”.

“Siamo qui per testimoniare la presenza di uno Stato – ha proseguito Giuffrè – che oltre ad essere repressivo possa essere un momento di ristoro per le vittime che intendono fare una scelta di legalità e di denuncia. L’edilizia è il volano dell’economia nazionale ed è dunque il settore più colpito dal fenomeno estorsivo. Un settore delicato in cui gli interessi sono contrapposti, però anche in questo caso bisogna provare a cambiare, forti della convinzione che lo Stato dà aiuti e contributi a chi si dirige verso la legalità”. “Quindi – ha concluso – è una scelta non solo di dignità ma anche di necessità anche perchè non praticando legalità le aziende hanno una durata temporale molto contenuta. Molte volte gli imprenditori sono stati prima complici e poi vittime, questo perchè la linea di confine è molto labile”.

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