“Avviene anche in casa nostra che si imbrattino i muri delle chiese o che i simboli del cristianesimo rechino disturbo a qualcuno, e vengano considerati come un voler marcare il territorio, imporre una visione“. Così scriveva l’editorialista Gino Sparapano su “Luce &Vita” di domenica scorsa. Questa volta siamo noi a chiedergli di considerare seriamente la proposta di dedicare un nuovo editoriale al parroco di san Domenico che “imbratta” le facciate di un bene comune. Noi non abbiamo mai imbrattato i muri delle chiese e ci piacerebbe ammirare la bellezza di quella facciata monumentale come è sempre stata.
Il 13 aprile scorso avevamo già protocollato una richiesta di intervento rivolta al sindaco Paola Natalicchio, ma gli uffici comunali non sono riusciti ad intervenire prima che lo stesso parroco aggiungesse altri cartelli alla già martoriata facciata. Su detto prospetto sono stati stabilmente apposti, grandi pannelli recanti elementi scrittografici, mediante tasselli direttamente infissi nei paramenti lapidei, che ne occultano lo spartito architettonico.
Non avendo ricevuto notizia di alcuna iniziativa del Sindaco, o della sensibile Assessora alla cultura, tendente a salvaguardare un bene architettonico del 1636, il 14 maggio abbiamo diffidato il sindaco a rispondere alla nostra richiesta e a intervenire su questo increscioso episodio che non fa onore alla chiesa e a coloro che credono in essa operando con sacrificio e dedizione.