Fine della detenzione in carcere per Rocco Altomare, ex dirigente del settore Territorio del Comune di Molfetta.
L’ingegnere fu arrestato lo scorso 23 giugno nell’ambito dell’operazione “Mani sulla città” assieme ad altre otto persone. con l'accusa di aver messo in piedi un presunto "sistema" per la gestione dell’edilizia molfettese. Altre 51 persone furono iscritte nel registro degli indagati.
Altomare ha lasciato il penitenziario di Trani la sera di mercoledì e si trova adesso agli arresti domiciliari in una località fuori dalla Puglia. Questo perché nella sua abitazione molfettese è tuttora detenuto suo figlio Corrado. Ai domiciliari è anche il fratello di Rocco, l’ingegnere Donato, professionista dello studio tecnico “A&D” finito nel mirino della procura di Trani.
Facevano parte dello stesso studio di vico Fortunato anche altri cinque arrestati (Giambattista del Rosso, Nicolò De Simine, Alessandro de Robertis, Marta De Giglio, Gaetano Di Mola) destinatari il 23 giugno di misure cautelari domiciliari e in seguito tornati in libertà. Agli arresti domiciliari finì anche l’imprenditore edile Mauro Spadavecchia, libero dai primi di luglio.
Determinante ai fini della concessione dei domiciliari per Altomare potrebbe essere stato l’interrogatorio reso qualche giorno fa dinanzi al sostituto procuratore Antonio Savasta, titolare delle indagini.