Voto di scambio, nelle chat anche i dialoghi con un capo ultrà del Bari: “I miei ragazzi si sono sbattuti”

Nell’inchiesta sull’ex consigliera comunale Francesca Ferri e sull’ex compagno, Filippo Dentamaro, spuntano anche gli accordi durante le regionali 2020. L’interlocutore guida un gruppo organizzato di tifosi biancorossi – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Sezione 210 di Carbonara, Ferri 16 voti. Sezione 180, Ferri 31 voti. Gli ho detto ai ragazzi di venire domani, ma se ci sono difficoltà dimmelo che me la vedo io… “: la conversazione trovata sul telefono di Filippo Dentamaro dai poliziotti della Digos fornisce un altro spaccato del sistema di compravendita di voti di cui sarebbe stato protagonista insieme con la ex compagna Francesca Ferri, consigliera comunale di Bari costretta alle dimissioni dopo l’arresto dello scorso novembre per voto di scambio politico-mafioso.

Il dialogo risale al 20 settembre 2020 e ha come protagonisti Dentamaro e uno dei leader storici del tifo organizzato barese, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine e tuttora capo di uno dei gruppi ultrà. Anche lui, come altre persone individuate nel corso delle indagini, avrebbe procacciato voti per le campagne elettorali della Ferri: in questo caso quella delle regionali 2020, alle quali era candidata in una delle liste a sostegno di Raffaele Fitto. Il capo ultrà non è indagato, ma la sua conversazione con Dentamaro fa parte di quell’informativa che i poliziotti hanno depositato il 27 marzo e che i pm Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero hanno inviato all’ufficio gip-gup in vista dell’udienza preliminare comincerà il mese prossimo.

Quarantasette gli imputati a vario titolo a partire proprio da Ferri e Dentamaro, ora agli arresti domiciliari. Le ipotesi di reato di cui si discuterà davanti alla giudice Anna Perrelli sono numerose e riguardano da un lato la presunta compravendita di voti messa in atto dalla coppia Ferri-Dentamaro anche con il sostegno di Salvatore Buscemi, il presunto capoclan di Valenzano; dall’altro proprio le attività del gruppo criminale.

Le contestazioni sul voto di scambio riguardano le comunali di Bari del 2019, a cui la donna si candidò (e fu eletta) con Puglia Popolare a sostegno di Pasquale Di Rella. Analizzando i telefoni sequestrati dopo gli arresti, però, gli investigatori hanno scoperto che l’acquisto delle preferenze sarebbe avvenuto anche in occasione delle regionali dell’anno successivo. Al 20 settembre di quell’anno risale la chat fra Dentamaro e il leader dei tifosi. Il quale, a urne ancora aperte, snocciolava il conto dei voti tributati alla Ferri e ricordava le promesse fatte. “Ci vediamo prima dello spoglio per favore? – chiedeva – Quelli come finiscono mi verranno a rompere le scatole”. E l’allora compagno di Ferri rispondeva: “Non ti preoccupare, ci vediamo dopo. Mò fammi finire di prendere questi altri voti…”. La rassicurazione restava lettera morta, però, e il giorno successivo l’uomo ricominciava: “Filippo, ieri mi hai fatto fare una figuraccia… “. E ui sminuiva: “Statti tranquillo, che la chiudiamo tutti. Che fa che aspettano due-tre giorni… “. Ma i supporter, evidentemente, non volevano aspettare: “Gli ho detto di venire alle 7, mo’ che devo fare… Lo sai che non mi piace pregare, ma dobbiamo vederci che quei ragazzi sono andati sbattendo avanti e indietro”.

Secondo gli investigatori queste parole sono l’ennesima dimostrazione che per cercare di trovare voti a pagamento per la compagna, Dentamaro si sarebbe rivolto a persone che li gestivano “a pacchetto”. Fra loro anche il capo di un gruppo ultrà, ritenuto in grado “in grado di dirottare una parte del consenso elettorale della tifoseria organizzata”.

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