Battute conclusive per il processo “Amato +5”. La requisitoria del pubblico ministero Maralfa proseguirà il 5 maggio.
di La Redazione (www.molfettalive.it/…)
Il pubblico ministero Giuseppe Maralfa ha chiesto la condanna per Pino Amato, imputato assieme a Pasquale Mezzina, Girolamo Antonio Scardigno, Gaetano Brattoli, Vito Pazienza e Giovanna Anna Guido dei reati, a vario titolo, di voto di scambio, abuso d’ufficio e falso ideologico.
L’entità della pena richiesta sarà resa nota nell’udienza del prossimo 5 maggio, data in cui Maralfa concluderà la sua requisitoria, durata nella sola giornata di ieri oltre tre ore.
Il magistrato ha ripercorso nell’udienza le fasi della vicenda, che ha portato in tribunale una presunta rete di contatti a fini elettorali. Rete creata, per la procura di Trani, dagli imputati insieme al consigliere comunale Pino Amato, all’epoca dei fatti contestati (4 gennaio 2004-11 ottobre 2005) assessore alla polizia municipale nella giunta di Tommaso Minervini.
La presunta mole di voti raccolti, secondo il pm, sarebbe stata utilizzata dallo stesso Amato nelle elezioni amministrative del 2006 (in cui fu eletto con il record di 999 voti) e a favore del candidato di Forza Italia Massimo Cassano nelle regionali 2005 (il consigliere regionale fu eletto con 10.835 voti, 1.707 dei quali ottenuti a Molfetta).
Un ruolo importante per gli inquirenti avrebbero avuto le riduzioni di alcune contravvenzioni e, talvolta, le mancate decurtazioni di punti sulla patente automobilistica. Il quadro accusatorio è maturato dopo indagini condotte per mezzo di intercettazioni ambientali e telefoniche, in gran parte rilette in aula dal pubblico ministero, che si è soffermato anche su una memoria del principale imputato allegata all’istanza di revoca degli arresti domiciliari.
Nel processo che per la prima volta ha portato in aula la politica molfettese si sono costituiti parte civile il Comune di Molfetta e Matteo d’Ingeo, rappresentati in aula dai legali Maurizio Masellis e Bartolomeo Morgese. La loro requisitoria il 5 maggio seguirà quella della procura.
Il giorno successivo sarà la volta delle arringhe dei difensori dei sei imputati. La sentenza dovrebbe essere emessa nella stessa seduta.