ANDRIA – Beni mobili e immobili – tra cui ville lussose con piscine e impianti tecnologici sofisticati – per un valore complessivo di due milioni di euro sono stati confiscati dai carabinieri della Compagnia di Andria ai fratelli Emanuele e Giuseppe Lapenna, di 39 e 38 anni, pluripregiudicati, appartenenti al clan Campanale. Emanuele Lapenna, in particolare, è consuocero del boss Riccardo Campanale, quest’ultimo esponente storico del clan Pastore. La confisca è avvenuta in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Trani-Sezione per le Misure di Prevenzione.
Il provvedimento è stato adottato a conclusione di una indagine patrimoniale, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha dimostrato che i due fratelli Lapenna avevano intestato ai loro familiari più stretti e a prestanome di fiducia le proprietà che venivano acquistate, secondo le indagini, con i proventi del traffico delle sostanze stupefacenti.
I beni mobili e immobili, già sottoposti a sequestro “anticipato” dagli stessi Carabinieri nel mese di marzo dello scorso anno, mai sarebbero potuti essere nella disponibilità di nuclei familiari che, per i redditi dichiarati, sono da considerarsi sulla soglia della povertà. Si tratta di tre ville di lusso (la prima di tre piani nel centro di Andria, la seconda con piscina in contrada Montevitolo, la terza comprensiva di stalle per cavalli nelle vicinanze di Castel del Monte tutte con arredi, elettrodomestici, impianti tecnologici, suppellettili di pregio, gioielli, monili in oro, orologi di pregio), due appartamenti, due appezzamenti di terreno per una superficie complessiva di circa 70 ettari, un autoparco in fase di realizzazione sulla Strada provinciale Andria-Barletta, otto auto-motoveicoli di grossa cilindrata e due mezzi agricoli speciali oltre a polizze assicurative e conti correnti bancari per un valore complessivo di 2 milioni di euro.