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Un’organizzazione capace di intercettare gli appalti che le pubbliche amministrazioni dovevano affidare per realizzare l’ambizioso progetto della creazione di sistemi di videosorveglianza del territorio, i cui dati sarebbero confluiti nel “cervellone” della polizia, il centro di elaborazione che da Roma doveva essere trasferito a Napoli. Di questa organizzazione, secondo la Procura di Napoli, fa parte anche l’imprenditore pugliese Enrico Intini, già noto alle cronache per il suo legame con Gianpaolo Tarantini e i tentativi di scalata agli appalti per la Protezione civile e la Sanità. Un ‘affare’, quello napoletano, nel quale Intini si inserisce nella parte che riguarda le opere di natura edilizia, affiancando le società del gruppo Finmeccanica.
La guardia di finanza ha eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Napoli nei confronti di manager e funzionari pubblici nell’ambito dell’inchiesta sui lavori per il centro elettronico nazionale della polizia di Stato di Napoli, il Cen che doveva sorgere a Capodimonte. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, rivelazione del segreto d’ufficio e falso. Tra le persone finite ai domiciliari, anche l’imprenditore di Noci, Enrico Intini, amministratore del gruppo Intini, “che attraverso il proprio contributo rappresentato dai mezzi imprenditoriali di natura edilizia ha concretizzato il binomio tecnologia-mattone secondo un modus operandi costantemente perseguito dalle imprese della holding Finmeccanica, potenziando il margine di guadagno dell’associazione”.
L’indagine della Procura di Napoli è quella che riguarda presunte irregolarità nelle procedure di aggiudicazione dei lavori di trasferimento del centro della Polizia da Roma a Napoli. Tra le aziende coinvolte la Elsag Datamat del gruppo Finmeccanica. Si tratta dell’unica tranche rimasta a Napoli della più corposa indagine su irregolarità negli affidamenti di appalti nell’ambito del cosiddetto ‘pacchetto sicurezzà a società del gruppo Finmeccanica. In particolare l’appalto per il Cen, che da Roma sarebbe stato portato nel capoluogo campano, riguarda un affidamento a lavori per 37 milioni di euro. Secondo l’accusa sarebbero state acquistate apparecchiature obsolete e inutilizzabili nell’ambito del trasferimento del Centro elaborazione dati dalla vecchia sede di via Conte della Cerra, nel quartiere Arenella a Napoli, all’interno della Reggia di Capodimonte. Cinque i bandi di gara che sarebbero stati truccati.
I provvedimenti notificati sono 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 4 ai domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Ai domiciliari oltre Intini, anche l’ex direttore delle specialità della polizia, il prefetto Oscar Fiorolli, Guido Nasta, Luigi De Simone. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, invece, c’è Mario Mautone, ex provveditore alle Opere pubbliche di Campania e Molise, già condannato a Napoli nel processo per l’appalto Global Service. Ordinanze di custodia notificate anche ai manager di Elsag, Carlo Gualdaroni e Francesco Subbioni. Eseguito anche il sequestro preventivo di oltre 50 milioni di euro a carico proprio di Elsag ed Electron, un sequestro per equivalente che corrisponde al valore degli appalti oggetto di contestazione.