Ieri, alle ore 02.20 circa, in via Pappalepore n.97, un’altra notte di fuoco e dell’Alfa Romeo Mito distrutta dalle fiamme rimane, come sempre, solo l’odore acre e la fuliggine sull’asfalto. Per fortuna questa volta l’incendio non ha arrecato danni alla facciata dello stabile e al portone di uno studio odontotecnico.
Abbiamo chiesto più volte alle amministrazioni comunali di turno di rivolgersi con fermezza al Prefetto, e alla Procura della Repubblica di Trani, per l’apertura di un fascicolo unico d’indagine per capire se gli incendi che hanno distrutto oltre 250 auto in questi anni, sono riconducibili ad atti vandalici, dolosi o a corto circuiti che hanno creato auto-combustioni.
Anche l’attuale amministrazione tace e non sembra avere molto a cuore la sicurezza dei cittadini e la difesa del patrimonio comune. Eppure l’assessore alla sicurezza, in carica, è un assicuratore e dovrebbe avere interesse ad approfondire le tipologie d’incendio perché potrebbe esserci dietro una colossale truffa a carico delle società assicuratrici. Paradossalmente, e non tanto ironicamente, l’amministrazione comunale potrebbe anche rivolgersi a tutte le aziende costruttrici delle auto, che si incendiano di notte a Molfetta, per chiedere il risarcimento dei danni al patrimonio; troppe auto potrebbero avere “difetti di costruzione” provocando di notte corto circuiti e auto-combustione.
In questo caso sarebbe interessante conoscere quali e quanti operatori di soccorso e forze dell’Ordine firmerebbero un verbale di constatazione per “auto combustione o corto circuito” che potrebbe essere al centro di una contestazione alle grandi aziende costruttrici di auto.
Insomma questo è il senso della richiesta di apertura di un qualsiasi fascicolo d’indagine sugli incendi d’auto a Molfetta… e intanto domani a chi toccherà?