Una centrale a olio di palma non è coerente con le energie rinnovabili

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Fiaccolata anticentrale a Martignana di Po

Quello che segue è il testo di una mozione presentata dal capogruppo dei Verdi per l’Unione, Mario Lupi,  al Consiglio della Regione Toscana.
Quando leggeremo una mozione simile nel consiglio regionale della Puglia? Ci piacerebbe leggere anche una simile mozione in consiglio comunale almeno da qualche consigliere di opposizione.

“Ricordo a tutti che il dispositivo finale della mozione 447, approvata dal Consiglio Regionale il 27 febbraio 2008, chiede alla Giunta di:

– applicare una moratoria sull’avvio delle autorizzazioni o dei lavori per la costruzione di impianti energetici ad oli vegetali da filiera lunga nel territorio toscano, in prospettiva della definizione di un piano energetico sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, nonché in salvaguardia delle grandi foreste pluviali e delle loro popolazioni;
– promuovere verso il governo nazionale iniziative che vadano nella direzione di disincentivare il ricorso agli oli vegetali da deforestazione sollecitando anche la riforma delle incentivazioni all’energia prodotta per mezzo delle biomasse a favore delle filiere cosiddette “corte” – promuovere azioni di cooperazione internazionale volte ad assicurare competitività economica e sociale ad attività locali sostitutive della deforestazione.
–  recepire la direttiva europea n. 42/2001/CE e quindi ad applicare la Valutazione Ambientale Strategica nel quadro delle procedure autorizzative degli impianti alimentati da biomasse non legate a filiere corte.

Nel porto di Livorno nell’ex Carbochimica, la Feder Petroli Green Road di Pasquale Giordano, vuole partire con i lavori di una centrale elettrica “verde” con l’obiettivo di avviare la produzione entro la metà del 2010. Nel frattempo la Feder Petroli Green Road ha ottenuto dalla Provincia di Livorno l’autorizzazione alla commercializzazione e stoccaggio di olii minerali, mentre un 25% dell’area della stessa ex Carbochimica, venduta ala Toscopetrol delle famiglie D’Alesio e Neri per 8 milioni e 200mila euro, sarà utilizzata per un ulteriore stoccaggio di olii vegetali.

Ora non si può far finta che l’indirizzo della Regione Toscana sulle centrali a filiera lunga non sia preciso. Presento una interrogazione urgente per conoscere e chiarire bene la questione per il porto di Livorno, dopo che analoga iniziativa abbiamo bloccato per il porto di Piombino.

E ripeto qui i motivi per cui siamo contrari alle centrali di produzione di energia elettrica alimentate da oli vegetali e da olio di palma, per altro già contenuti nella mozione 447 succitata: questo rischio del cambiamento climatico si concretizza, da alcuni anni, nel settore della produzione di energia dalle biomasse, attraverso la realizzazione di impianti di grande potenza nominale, che richiedono conferimenti di enormi quantità di materiale di alimentazione, che spesso proviene da grandissime distanze come nel caso dell’olio vegetale che presenta densità sia di massa che energetica relativamente elevate, tali da consentirne il trasporto anche a notevoli distanze, conservando una apparente redditività anche energetica ma il problema, con l’olio vegetale proveniente da grandi distanze, risiede nelle enormi estensioni territoriali necessarie a produrre quantità rilevanti dell’olio stesso, e nel fatto che le aree delle grandi foreste pluviali, situate nelle fasce tropicali, presentano di gran lunga le maggiori capacità produttive e in generale i minori costi unitari di produzione. Si è andata velocemente sviluppando, negli ultimi anni, la filiera della palma da olio, in particolare in Indonesia e in Malesia, da cui proviene circa l’85% dell’olio di palma, e la gran parte dell’olio vegetale utilizzato globalmente per la produzione di biodiesel e direttamente di energia elettrica e termica.

Inoltre considerato che la stessa dimensione dell’impianto previsto è suscettibile di provocare importanti impatti ambientali a livello locale, in termini di emissioni in atmosfera di ossidi di azoto e di polveri che, anche se più limitate e meno tossiche rispetto a quanto prodotto dalla combustione dell’olio fossile, proprio per la potenza dell’impianto saranno probabilmente importanti e causa di un ulteriore aggravio della qualità dell’aria nel Porto.

Riteniamo opportuno sia per il caso dell’impianto previsto a Livorno sia in generale, sollecitare la Regione Toscana a scegliere il sostegno alle filiere corte nell’approvvigionamento delle biomasse a uso energetico, tanto più che le recenti innovazioni tecnologiche consentono la trasformazione di biomasse di qualsiasi tipo, anche lignocellulosiche, in biocombustibili di particolare efficienza, in forma sia gassosa che liquida, adatti alla produzione energetica, elettrica e termica, distribuita, per mezzo di impianti anche di potenza relativamente piccola, e presso i quali il conferimento è caratterizzato da distanze caratteristiche delle filiere corte sopra menzionate, con evidenti vantaggi non soltanto ambientali ma anche sociali ed economici per le comunità regionali e nazionali.”

Mario Lupi
capogruppo Verdi per l’Unione in Regione Toscana

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