UN MONUMENTO ALLO SPRECO

Tempi di crisi, ma ancora e sempre sperpero infinito di denaro della collettività. Strutture sportive ed alberghiere realizzate ed abbandonate, anzi mai utilizzate. Se ancora non bastassero tutte le opere pubbliche incompiute  in Italia, allora fate un salto in Puglia. Basta inerpicarsi a Faeto nell’alta valle del fiume Celone – sulla pericolante e franosa arteria provinciale numero 125 – in cima alla montagna che sovrasta il paese franco-provenzale salta fuori addirittura una piscina coperta semi-olimpionica, una scuderia, un galoppatoio, una pista del ghiaccio coperta, un grande albergo, una palestra super attrezzata, campi da tennis, minigolf, sauna, foresteria, ristorante, sala conferenze con tanto di impianto per traduzione simultanea. Una cattedrale nel deserto, il Castiglione. Per Daniela Marcone, esponente dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti – che mi ha accompagnato in questa allucinante scoperta – è semplicemente «un monumento allo spreco». A Daniela la mafia ha assassinato il padre Francesco (funzionario dello Stato) il 31 marzo 1995 e a tutt’oggi lo Stato ha elargito soltanto una medaglia d’oro al valore (per mano del presidente della Repubblica), ma non ha assicurato alla giustizia mandanti insospettabili ed esecutori materiali.
Insomma un complesso che la gioventù pugliese sogna ad occhi aperti e farebbe la fortuna di qualsiasi imprenditore, invece prevalgono sempre i prenditori di Stato.  Alle tasche degli ignari contribuenti questo giochetto è costato la bellezza di 18 miliardi di vecchie lire (fondi Fio) – valuta degli anni ’80 – oltre alle tangenti pagate ai politicanti, ammesse dal costruttore Pasquale Ciuffreda (deceduto) nei verbali giudiziari della tangentopoli foggiana. Denaro pubblico transitato attraverso i mille rivoli della Regione Puglia con la famigerata legge 64 del 1986. Allora come sempre basta la parola  magica  “sviluppo” declinata in svariate salse. In Capitanata correva l’anno 1993 e c’erano magistrati del calibro di Roccantonio D’Amelio (morto di infarto) e Massimo Lucianetti (attualmente procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza). I vandali davanti a tanta grazia di Dio, ne hanno  approfittato indisturbatamente ed impunemente. Ben due governatori della Regione, Raffaele Fitto prima e poi l’attuale reggente pro tempore, Nicola Vendola hanno dimenticato di recuperare il mastodontico centro turistico. Anche i presidenti della  provincia di Foggia – Pellegrino, Stallone e Pepe (parlamentare del Pdl) – perennemente distratti, non hanno mai prestato attenzione alla salvaguardia del territorio e così la Comunità montana del Subappennino Dauno. Gli ambientalisti dal canto loro, non sono mai pervenuti o saliti in quota….
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