ESPRIMIAMO SINCERA SOLIDARIETA' A GIANNI LANNES; CHIEDIAMO ALLO STATO DI RINNOVARE IL PROGRAMMA DI PROTEZIONE CHE GLI E' STATO REVOCATO E AGLI ORGANI COMPETENTI DI CHIARIRE PUBBLICAMENTE IL PERCHE' DEL SILENZIO SU QUESTA INQUIETANTE VICENDA.
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Caorso, centrale nucleare, Ecoge. |
di Gianni Lannes
Secondo alcuni rapporti della Direzione investigativa antimafia si tratta di una società, o meglio di un clan organico alla ‘ndrangheta immersa da anni nel business dei rifiuti pericolosi. Tempo fa avevo richiesto alla Sogin di poter visitare alcuni siti nucleari italiani per portare a termine una serie di inchieste giornalistiche. Non mi è stata fornita alcuna risposta, così dopo una lunga attesa nel 2008 sono riuscito a penetrare nella più importante centrale atomica italiana.
Lì ho scoperto la presenza di camion della Ecoge che caricavano container. Ho chiesto conto alla Sogin, ma un dirigente mi ha invitato a non rivelare questa situazione.
Il 12 dicembre 2009 ho raccontato a Palermo, accanto a Salvatore Borsellino nel corso di un incontro pubblico la portata di questa scoperta. Nel 2009 ho subito alcuni attentati: in particolare il 2 luglio, è saltata in aria l'auto di mia moglie.
Successivamente il 5 novembre ignoti hanno dato alle fiamme la mia auto. Nel maggio 2010, ignoti si sono introdotti nella mia abitazione rubando un computer e un hard disk portatile. Lo stillicidio di avvertimenti si è riversato su mia moglie per tutto il 2011.
Ho presentato numerose denunce all’autorità giudiziaria ma senza alcun esito.
Ieri, nell'auto di mia moglie c'era un biglietto con il seguente avvertimento:
L'argomento dell'incontro è stato il seguente: mie rivelazioni sulle attività di bonifica della Ecoge nella centrale nucleare. Singolare coincidenza: sei giorni più tardi, precisamente il 19 luglio, mi è stato comunicato telefonicamente che di lì a poco mi sarebbe stata revocata la protezione. Così è stato.
A tutt'oggi le indagini giudiziarie non ha hanno ancora scovato mandanti e esecutori materiali degli attentati e delle intimidazioni. E' non stata fornita alcuna risposta dal governo alle numerose interrogazioni parlamentari. Il ministro dell’Interno Maroni è stato ripetutamente chiamato in causa al parlamento ma non ha fornito delucidazioni.