Truffe alla Regione Puglia su contributi agricoli: arrestati avvocati, sequestro beni per oltre 22 mln, 23 indagati

La Guardia di Finanza di Bari sta eseguendo una serie di misure cautelari ai domiciliari. Riguardano gli avvocati che avrebbero truffato la Regione Puglia per circa 13 milioni di euro sulle indennità agricole. In sei sono finiti ai domiciliari: l’avvocato Michele Primavera e il figlio Enrico Domenico, gli avvocati Oronzo Panebianco e Assunta Iorio, Oronzo Pedico, presidente della sede provinciale di Asso-Consum di Barletta e Giuliana Tarantini, cancelliera della sezione Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Bari. Misura interdittiva per l’avvocatessa Francesca Fiore. Coinvolte anche altre due cancelliere del Tribunale per cui è scattata la richiesta di interdizione (la Procura originariamente ne aveva richiesto l’arresto). Sono 23 in tutto gli indagati.

Sequestrati beni per oltre 22 milioni. Contestate associazione a delinquere finalizzata alla truffa alla regione Puglia e corruzione in atti giudiziari. L’operazione prende il nome di “Leguleio“, e le misure sono state firmate dal gip Giovanni Abbattista su richiesta dei pm Francesco Bretone e del procuratore di Bari facente funzioni Roberto Rossi. La Procura aveva chiesto in tutto 8 arresti in carcere.

CAUSE ‘MOLTIPLICATE ALL’INFINITO’ – A capo della presunta associazione per delinquere che avrebbe orchestrato per più di un decennio truffe milionarie ai danni della Regione Puglia c’era, secondo la Procura di Bari, l’avvocato barese Michele Primavera. «Con procure false o rilasciate in modo illegittimo» spesso tramite i patronati, i professionisti «intentavano migliaia di azioni giudiziali contro la Regione – si legge negli atti – per il recupero della indennità compensativa in agricoltura spettante agli agricoltori per gli anni 1989/1993, moltiplicandole con il ricorso all’abusivo frazionamento del credito».
Inoltre, «per impedire alla Regione una efficace difesa in giudizio, tramite la creazione di falsi domicili, intentavano azioni legali in varie parti d’Italia ricominciando le azioni esecutive all’infinito». Nelle sole annualità 2016-2018, gli inquirenti hanno calcolato 6.285 diverse procedure esecutive.

Il più stretto collaboratore di Michele Primavera, secondo le indagini della Gdf, era il collega Oronzo Panebianco. Oronzo Pedico, invece, presidente della sede provinciale di Asso-Consum di Barletta, «forniva i nomi degli agricoltori», era cioè il “procacciatore del portafoglio-clienti» del gruppo per i territori di Foggia e dell’alta Murgia. L’avvocatessa Assunta Iorio «predisponeva gli atti di precetto e individuava luoghi e indirizzi per le false domiciliazioni». Ognuno, secondo i magistrati, aveva un «ruolo ben determinato» con una precisa “ripartizione degli utili secondo percentuali prestabilite».

CANCELLIERA AGGIUSTAVA PRATICHE – Giuliana Tarantini, dipendente dell’ufficio esecuzione mobiliare del Tribunale di Bari, tra marzo e dicembre 2018 avrebbe percepito fino a mille euro al mese dallo studio legale Primavera per agevolarne le pratiche. La donna, finita oggi agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari su presunte truffe alla Regione, risponde di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, falso e truffa.
Il suo compito sarebbe stato quello di «monitorare le iscrizioni a ruolo trasmesse telematicamente» dai legali dello studio Primavera, di apportare eventuali correzioni agli atti e anticipare «illegittimamente» le date delle udienze.
Nell’inchiesta sono indagate in stato di libertà anche altre due ex operatrici giudiziarie dell’ufficio esecuzioni civili del Tribunale di Bari, attualmente in pensione, accusate di aver alterato fascicoli di procedure esecutive in cambio di «pacchi regalo contenenti prodotti agroalimentari».

LO SCOPO DELLO STUDIO ERA MANDARE UFFICI REGIONE IN TILT – «Lo scopo dello studio Primavera è stato quello di sommergere la Regione Puglia di azioni giudiziarie in modo da mandarne in tilt gli uffici». E’ un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Bari Giovanni Abbattista che ha portato oggi all’arresto di 6 persone, tra le quali tre avvocati e una dipendente del Tribunale di Bari, per presunte truffe alla Regione del valore complessivo di circa 22,3 milioni di euro dal 2006 al 2019.
Negli atti il gip ricostruisce il «sistema Primavera», in base al quale l’avvocato Michele Primavera e i suoi sodali professionisti, avviavano tanti diversi contenziosi dinanzi ai Giudici di Pace quante erano le annualità per le quali gli agricoltori avevano diritto ai contributi, in questo modo moltiplicando i compensi, e «in diversi uffici d’Italia costituendo falsi domicili in modo da rendere impossibile per la Regione costituirsi in giudizio».
Il giudice parla di «continuum inarrestabile di illegalità», evidenziando che «le attività illecite sono ancora in corso perché la tesoreria regionale continua ad eseguire pagamenti, per cifre importanti, in favore degli avvocati» indagati.

PROFITTI RICICLATI IN IMMOBILI – Reimpiegavano le somme di denaro indebitamente percepite dalla Regione in attività economiche, soprattutto compravendite immobiliari e trasferimenti di soldi su conti all’estero, attraverso società riconducibili alla famiglia Primavera. Si basano si questa ipotesi le accuse di riciclaggio e autoriciclaggio contestate ad alcuni degli indagati nell’inchiesta della Procura di Bari su presunte truffe per 22,3 milioni di euro ai danni della Regione Puglia, che ha portato oggi all’arresto di sei persone. I fatti riguardano compensi legali pagati dalla Regione per migliaia di contenziosi su indennizzi in agricoltura dal 2006 al 2019.
Tra i beni acquistati attraverso la società ‘Polo immobiliare d’eccellenza’, impiegando i profitti delle presunte truffe attraverso «travasi» di denaro a diverse altre società, tutte di fatto amministrate dall’avvocato Michele Primavera e dai suoi familiari e soci di studio, ci sono una ventina di immobili a Bari, Roma, Napoli, Cosenza e Novara, oltre a versamenti di centinaia di migliaia di euro su conti correnti in Svizzera. 

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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