Tre imprenditori e un tennista nell’indagine top secret di Trani sul voto di scambio a Canosa

Ventola (Fdi) deposita una memoria: nessuna irregolarità – fonte: Linda Cappello – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Tra gli indagati ci sono tre imprenditori e anche un tennista locale. Ma ci sono, soprattutto, i veleni tra parti politiche che si accusano reciprocamente. È un giallo, delicatissimo, l’inchiesta della Procura di Trani sulle elezioni 2022 di Canosa che vede, tra la decina di nomi iscritti nel fascicolo del pm Marcello Catalano, anche il consigliere regionale Francesco Ventola, candidato alle Europee con Fratelli d’Italia.

La Procura procede per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, come emerge dai decreti di proroga notificati a novembre. Ma i contorni dell’indagine non sono ancora noti. Al riguardo la Procura è blindatissima, e dunque le congetture si moltiplicano. Di certo esiste una vecchia indagine dellla Dda di Milano in cui sono rimasti coinvolti i fratelli Leonardo e Roberto Matarrese, canosini residenti rispettivamente a Segrate e in Svizzera, nel frattempo condannati in primo grado per bancarotta. Una parte degli atti sarebbe stata trasferita a Trani per competenza territoriale, per via di alcune intercettazioni in cui si parlerebbe, appunto, di politica. Ecco perché le attenzioni si sono concentrate su finanziamenti che potrebbero – il condizionale in questa fase è d’obbligo – essere stati utilizzati in maniera illecita, per comprare voti. Da qui il coinvolgimento dei tre imprenditori e dello sportivo, che sarebbero in qualche modo collegati con la situazione. L’accordo illecito, tutto da provare, riguarderebbe una licenza edilizia in sanatoria che interessava un parente dei due «milanesi»

Nello scorso novembre è stata notificata una proroga delle indagini chiesta a settembre al gip Anna Lucia Altamura, atto notificato singolarmente a ciascun indagato: nel provvedimento viene riportata l’ipotesi di reato, commesso a Canosa a marzo 2022 con condotta permanente. Significa dunque che l’ipotetico voto di scambio avrebbe, in qualche modo, inquinato il regolare svolgimento delle elezioni comunali che hanno visto la vittoria del sindaco Vito Malcangio, sostenuto anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia. I termini di indagine al momento sono scaduti.

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Trani lo scorso anno hanno effettuato un’acquisizione di documenti in Comune. Ma già prima che venisse notificata la proroga delle indagini – nel momento in cui la notizia dell’avvio di un’inchiesta aveva iniziato a serpeggiare negli ambienti politici – il consigliere regionale Francesco Ventola aveva fatto depositare dal suo difensore una corposa memoria nella segreteria del pubblico ministero, ribadendo la propria correttezza e trasparenza .

E qui cominciano le polemiche. Ventola è stato chiamato in causa dall’avvocato Andrea Silvestri, ex assessore regionale e presidente della lista civica «I love Canosa», che sabato mattina ha indetto una conferenza stampa sventolando la proroga delle indagini a carico di Ventola e di una serie di esponenti della maggioranza che guida il Comune. Ventola ha risposto, domenica, preannunciando una denuncia nei confronti dell’avversario politico, accusando l’entourage di Silvestri di aver presentato l’esposto da cui sarebbero nati gli accertamenti. Silvestri ha negato, ribattendo attraverso il suo legale Enzo Princigalli: «Silvestri ed il suo “entourage” sono del tutto estranei rispetto alla genesi del procedimento penale in questione sul quale peraltro il mio cliente ha correttamente rimarcato il principio di presunzione di non colpevolezza degli indagati fino a sentenza definitiva, chiedendo solo di informare correttamente i cittadini e i responsabili di partito sulla pendenza del procedimento, ricordando che “la democrazia muore nell’oscurità”».

Ma ancora non basta, perché nelle polemiche si è inserito anche il Pd, che accusa i tg della Rai di «garantismo a fasi alternate». «Quando i casi di cronaca vedono coinvolto un esponente dei partiti di maggioranza – scrivono in una nota i parlamentari dem della commissione di Vigilanza sulla Rai – il risalto è pari allo zero, quando invece riguardano esponenti dei partiti di opposizione viene dato il massimo risalto con apertura dei principali notiziari del servizio pubblico».

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