L’arresto è avvenuto nel corso della giornata di ieri, ma il fermo si era già registrato l’altra sera, al termine di un blitz delle forze dell’ordine nella sua abitazione tra piazza Marconi e via Cambio. È così tornato in carcere Patrizio Romano Lomolino, 38 anni, pregiudicato e vecchia conoscenza delle forze dell’ordine per vicende di cronaca e fatti di sangue.
In questo nuovo procedimento ha subito la misura cautelare in carcere per estorsioni tentate e consumate, aggravate dal metodo mafioso, su ordinanza del Gip del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, su richiesta del Pm della Dda del capoluogo, Giuseppe Maralfa.
Lomolino, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, avrebbe tentato di farsi dare 3.000 euro da un parente di Salvatore Annacondia, l’ex boss pentito del nord barese, ma l’estorsione non era riuscita perché la vittima si era rifiutata di pagare.
L’aggravante mafiosa starebbe nel fatto che Lomolino aveva tentato di commettere il reato «giovandosi della fama criminale propria e dei suoi familiari” (infatti è cognato di Giuseppe e Vito Corda, anche loro noti pregiudicati tranesi, il secondo collaboratore di giustizia) e “comunque, della collegata evocazione della forza degli ambienti mafiosi notoriamente presenti in Trani sin dall’epoca di Salvatore Annacondia, nonché del diffuso clima di assoggettamento e di omertà degli imprenditori commerciali da tempo esistente in città».
Inoltre, tra febbraio e aprile scorso, Lomolino avrebbe tentato di estorcere soldi (prima 300 euro, poi una somma imprecisata) anche ad un imprenditore di onoranze funebri di Trani, che si era occupato del funerale del cognato ed al quale non aveva sicuramente pagato un manifesto commemorativo.
Nel procedimento risulta indagato a piede libero anche Salvatore Fiore, 25 anni.
Le indagini, coordinate dal pm della Dda Giuseppe Maralfa, sono partite a fine novembre 2018 in seguito al ritrovamento di tritolo sotto un cassonetto collocato di fronte alla palazzina della polizia giudiziaria di piazza Mazzini.
Tritolo che, all’epoca, non si escluse potesse servire per attentati contro edifici istituzionali o comunque per fini estorsivi.
Lomolino in passato ha scontato una condanna a 10 anni per la rapina all’ufficio postale di largo Petrarca a Trani risalente al marzo 2007, conclusasi con il ferimento grave di una guardia giurata.
Era stato poi condannato, in primo grado, a 9 anni per le molestie sessuali e le rapine ai danni di un trans di Bisceglie; ma era tornato libero agli inizi di novembre 2018 dopo che la Corte d’Appello lo aveva assolto con formula piena.
Su di lui gravava anche il sospetto di essere l’autore dell’omicidio di un trans brasiliano, Aldomiro Gomes, il cui cadavere era stato ritrovato nel febbraio 2007 nelle campagne di Trani. Ma le due ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal gip di Trani nel 2017, erano state entrambe annullate dal Tribunale del Riesame di Bari.