Trani, indagine sui veleni del carcere. Il vicecomandante denunciò favoritimi ai boss

Le minacce al vicecomandante: ha denunciato pestaggi e favoritismi ai bossdi MASSIMILIANO SCAGLIARINI – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

C’è un video, estratto dalle telecamere di sorveglianza del carcere di Trani, che documenterebbe il pestaggio di un detenuto. Un video trasmesso alla Procura di Trani e da qui mandato a Lecce, competente sui reati dei magistrati del circondario di Bari. Una situazione esplosiva, nel penitenziario di massima sicurezza, che potrebbe essere collegata con l’intimidazione al vice-comandante delle guardie carcerarie, il commissario Felice Nazareno De Pinto, cui nella notte tra domenica e lunedì qualcuno ha bruciato l’auto sotto l’abitazione di Molfetta.

De Pinto, insieme a un altro collega, avrebbe ricevuto intimidazioni collegate con quanto sarebbe avvenuto nel penitenziario. E anche per questo verrà convocato alla Camera in commissione Antimafia: la deputata Stefania Ascari (M5S) collega l’incendio «a una sequela di probabili minacce» che l’uomo «ha ricevuto nel denunciare illegalità presenti nel carcere», e ne preannuncia l’audizione «per seguire con attenzione e da vicino questa situazione che risulta essere grave e inquietante. Su questa vicenda, a tutela di chi lavora negli istituti penitenziari ma anche della popolazione carceraria, vogliamo andare a fondo».

I carabinieri di Molfetta hanno avviato indagini per provare a risalire agli autori dell’attentato. Verranno acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, nel centro di Molfetta, dove si trova l’abitazione di De Pinto e dove le fiamme hanno lambito anche altre auto parcheggiate tra cui quella della moglie dell’agente penitenziario.

L’inchiesta della Procura di Trani su presunti abusi all’interno del carcere è affidata ai carabinieri coordinati dai pm Francesco Tosto e Francesco Aiello. Nel fascicolo sarebbero confluite diverse segnalazioni provenienti dall’interno del carcere, su presunti favoritismi nei confronti di alcuni detenuti, in particolare quelli collegati ai clan della zona. Al vaglio potrebbero esserci anche le dichiarazioni di alcuni pentiti. La stessa Dda di Bari, lo scorso anno, aveva aperto un fascicolo affidato all’ex procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno. Nel contesto potrebbe rientrare anche un episodio della scorsa estate, quando un detenuto di peso, che sta scontando una lunga condanna per fatti di sangue, ha inscenato una protesta dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per fatti collegati a una di queste inchieste. Nel frattempo la Procura di Trani ha inviato un’informativa ai colleghi di Lecce: riguarderebbe la concessione di permessi premio proprio ai detenuti protagonisti degli episodi di violenza documentati nelle denunce e nei video. Il fascicolo è stato affidato alla pm Donatina Buffelli.

La situazione all’interno del penitenziario di Trani, che ospita anche una sezione di Alta sicurezza, è dunque esplosiva. Il sindacato Sappe difende De Pinto confermando che il funzionario ha avuto un ruolo nel far venire a galla gli episodi su cui si indaga: «Forse il suo modo di operare nel rispetto della legalità – dice il segretario regionale, Federico Pilagatti – potrebbe non piacere a qualcuno all’interno del penitenziario tranese abituato da qualche tempo a fare i propri comodi. Per questo a seguito di decine di segnalazioni da parte dei poliziotti in servizio presso il carcere di Trani, il Sappe da tempo chiede all’amministrazione penitenziaria un’ispezione ministeriale decisa e radicale».

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