La presidenza del Consiglio dei ministri chiederà i danni ai magistrati accusati di far parte del cosiddetto «Sistema Trani». Stamattina, nell’udienza preliminare che si apre a Lecce davanti al gup Cinzia Vergine, l’Avvocatura dello Stato si costituirà parte civile nei confronti dell’ex gip Michele Nardi, dell’ex pm Antonio Savasta e del giudice Luigi Scimè (tuttora in servizio), i primi due accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, oltre che – a vario titolo – di concussione, millantato credito, estorsione, truffa aggravata e minacce, mentre Scimè risponde «solo» di corruzione in atti giudiziari.
Savasta, che ha confessato parlando per ore durante l’incidente probatorio e che per questo ha ottenuto gli arresti domiciliari, dovrebbe chiedere il giudizio abbreviato così da assicurarsi uno sconto di pena. Viceversa Nardi, che non ha mai aperto bocca ed è rimasto in carcere, opterà per il dibattimento ed ha già chiesto l’annullamento della proroga della custodia cautelare che scadrà comunque il 10 ottobre (salvo che non intervenga prima il rinvio a giudizio, nel qual caso ci sono ulteriori sei mesi). E’ in carcere anche l’ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, anche lui accusato – con Nardi, Savasta e l’avvocato barese Simona Cuomo (attualmente sospesa dalla professione) – di associazione per delinquere. Scimè dovrebbe optare per il giudizio abbreviato condizionato ad alcuni approfondimenti investigativi che il suo difensore, Mario Malcangi, aveva già chiesto in una memoria: la difesa chiederà anche l’interrogatorio del magistrato. Saranno molte le richieste di costituzione di parte civile: oltre a quella dell’Ordine degli avvocati di Trani, anche quella dell’imprenditore coratino Paolo Tarantini (avvocato Beppe Modesti) cui Nardi e Savasta – secondo l’accusa – avrebbero tolto 400mila euro per far sparire una falsa indagine per reati fiscali.
fonte: MASSIMILIANO SCAGLIARINI – www.lagazzettadelmezzogiorno.it