
L’udienza prevista per il 24 ottobre scorso non si è celebrata poiché non erano state correttamente eseguite le notifiche nei confronti di alcuni imputati detenuti. Quindi è rimandata al prossimo 13 febbraio la prima udienza del processo che si sta celebrando innanzi al Tribunale di Trani nei confronti di 32 imputati accusati dal pubblico ministero Marcello Catalano di vari episodi di furti e rapine nel circondario di Molfetta e Corato fra il 2012 e il 2019
Tra i soggetti coinvolti compare Flavio D’Introno, noto alle cronache per essere il grande accusatore dei giudici Nardi e Savasta, sul banco degli imputati per aver fatto da palo sia per la tentata rapina in casa del cugino, sia per il furto milionario in casa di un suo conoscente di Trani.
Nell’elenco degli imputati ci sono anche due vicebrigadieri dei carabinieri, Cosimo Damiano Faretina e Michele Pastore, all’epoca dei fatti in servizio a Molfetta e a Corato; il luogotenente Francesco Antonino, che era in servizio a Molfetta; l’assistente capo della polizia penitenziaria Giuseppe Varesano, che lavorava a Trani. E poi Tommaso Nuzzo, che secondo la Procura era la mente di un gruppo di persone dedite agli assalti agli sportelli bancari e ai furti in abitazioni. A loro vengono ricondotte le esplosioni a due bancomat di Molfetta nel 2014; il furto in una tabaccheria di sigarette, gratta e vinci e denaro e in un negozio per bambini, dove sono stati portati via capi per 40mila euro. E poi la ricettazione di auto rubate. In alcuni casi — ha contestato la pubblica accusa — ad agevolare la banda ci pensavano i carabinieri, facendo arrivare all’orecchio di Nuzzo notizie riservate sugli spostamenti delle pattuglie. A volte in cambio di denaro (500 euro), altre di elettrodomestici, che i sodali recuperavano tramite furti in altre abitazioni.