A Torre Gavetone dal 1 Agosto 2011 c’è il divieto di balneazione, ma nessuno lo rispetta

© Liberatorio politico

Dal 1 agosto 2011 a Torre Gavetone è in vigore un’Ordinanza che vieta la balneazione, ma quotidianamente centinaia di cittadini non la rispettano. Ancora più grave è la latitanza della Capitaneria di Porto e della Polizia Municipale che dovrebbero, prima ancora delle altre forze dell’ordine, far rispettare l’ordinanza. Di seguito un vecchio articolo del 1 agosto 2011 scritto dal giornalista Lorenzo Pisani  per la redazione di http://www.molfettalive.it

«Ordigni bellici inesplosi», Gavetone vietato alla balneazione

Da stamattina niente più bagni al Gavetone.( 1 Agosto 2011)

Lo impone un cartello di divieto apposto da operai della Multiservizi intorno alle 11, come riferisce una nota del Liberatorio politico.

Il divieto – si legge sul cartello – indica la presenza «nello specchio acqueo di ordigni residuati bellici inesplosi» e recepisce l’ordinanza di febbraio della capitaneria di porto che aveva fatto scattare lo stesso divieto nel Comune di Giovinazzo. Il Gavetone, infatti, ricade nei territori di entrambi i comuni.

Nell’ordinanza del primo cittadino della vicina località costiera, Antonello Natalicchio, emanata a giugno, erano elencate le coordinate geografiche di quattro punti, con conseguente divieto di balneazione fino a 500 metri.

«Perché a Molfetta non c’è un analogo divieto?», si domandava la delegazione di Marevivo. Facile il paragone con la porzione di costa molfettese, non compresa nell’ordinanza di divieto emanata dal sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, a giugno.

Il Liberatorio si era invece spinto oltre, consegnando al prefetto e alla procura di Trani una denuncia per verificare l’operato di Azzollini, criticando le «scarse informazioni sull’andamento della bonifica». Anche nei confronti del trasporto dei residuati bellici al fosforo diretti nella cava di Corato, che aveva spinto il sindaco Luigi Perrone a emettere una specifica ordinanza di sicurezza.

«Perchè Azzollini non ha emesso ordinanze simili a quelle dei suoi colleghi di Giovinazzo e Corato?», si chiedeva il coordinatore del movimento civico, Matteo d’Ingeo.

«Il cartello rappresenta un’ammissione di colpa di Azzollini», afferma il Liberatorio. Che meno di una settimana fa ha denunciato pubblicamente di aver individuato sui fondali della località balneare delle aree sigillate col cemento in cui sarebbero stati riposti alcuni residuati bellici.

Dalla sua la storia. Quella che la maggior parte dei molfettesi conoscono come Torre Gavetone è invece l’ex fabbrica di confezionamento “Stacchini”, dove alla fine del secondo conflitto mondiale venivano lavorate le bombe inutilizzate (la torre che dà il nome alla località si trova a pochi metri dall’edificio, e sopravvive in un muro).

E così lungo la spiaggia libera più amata e frequentata dai molfettesi torna il divieto di balneazione. Prima dei lavori di riqualificazione finanziati dalla provincia, un cartello di divieto per anni ha fatto compagnia ai bagnanti. Sistematicamente ignorato (ma al contempo il Gavetone non compariva tra le spiagge interdette alla balneazione).

Le sanzioni andranno da 1.032 a 3.098 euro.

 

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