Testimoni minacciati da due PM di Trani; Ruggiero e Pesce condannati a Lecce

“Testimoni minacciati da due pm”

L’ex pm di Trani (ora in servizio alla Procura di Bari) Michele Ruggiero è stato condannato a un anno di reclusione per concorso in tentata violenza privata. Pena di otto mesi per lo stesso reato all’altro pm tranese Alessandro Pesce. La sentenza di una sezione monocratica del tribunate di Lecce che ha accolto le conclusioni dell’indagine istruita dal procuratore Leonardo Leone de Castris e dal pm Roberta Licci.

L’indagine riguarda presunte pressioni fatte dai due magistrati tranesi, nell’ottobre 2015, su tre testimoni di un’inchiesta per costringerli ad ammettere di essere al corrente del pagamento di tangenti all’ex comandante della polizia municipale di Trani, Antonio Modugno, nella fornitura di photored, le apparecchiature per il rilevamento delle infrazioni stradali. I due pm — secondo la ricostruzione della Procura di Lecce — avrebbero “con abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti la loro qualità di magistrati del pubblico ministero, posto in essere atti diretti in modo non equivoco a costringere con modalità intimidatorie e violenze verbali» i tre ad accusare alcune persone (oltre che se stessi) di aver avuto rapporti con l’ex comandate della polizia locale di Trani, Antonio Modugno.

In particolare i due pm avrebbero fatto pressioni nei confronti del rappresentante legate della società, per costringerlo a dichiarare «di aver pagato o comunque di essere a conoscenza del pagamento di tangenti in favore di Antonio Modugno», in relazione alla fornitura di apparecchiature al Comune di Trani e che “a tale pagamento era stato costretto dallo stesso Modugno“. Non molto diverso, sempre secondo l’atto di citazione della procura leccese, sarebbe andato l’interrogatorio di un amministratore di fatto dell’azienda, al quale avrebbero detto che “se non avesse dichiarato quanto da loro stesso intimato e letteralmente suggerito — si legge nell’atto di citazione — ovvero l’avvenuto pagamento di mazzette a seguito di costrizione da parte di Modugno, ci sarebbe stata una cella pronta per lui».

Tra le minacce rivolte all’uomo, hanno ricostruito i pm leccesi, c’erano anche quella del sequestro dell’azienda e di un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico. E, dopo aver affermato che “le cose che vi dobbiamo chiedere le sappiamo già», aggiungevano: “vogliamo vedere voi che risposte ci dite e se quello che voi ci dite non converge, lei se ne andrà in galera veloce». 

fonte: bari.repubblica.it

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