Tedesco: “Mi dipingono come il diavolo ma è Lady Asl che gestiva tutto”

Tedesco: "Mi dipingono come il diavolo ma è Lady Asl che gestiva tutto"

 di RAFFAELE LORUSSO – bari.repubblica.it
Una nuova inchiesta sulla gestione della sanità pugliese. Ancora un avviso di garanzia per il senatore Alberto Tedesco, che ne ha collezionati quattro in tre giorni. Non un record assoluto, visto che come lui ha fatto Lea Cosentino, Lady Asl. La storia questa volta riguarda un contratto assicurativo sottoscritto dalla Asl di Bari nell’aprile 2007. Il servizio veniva affidato alla società “Assidea & Delta” e valeva per tutti gli ospedali della Asl barese. Secondo gli investigatori Tedesco avrebbe in qualche maniera indotto gli uffici a prorogare senza gara d’appalto il contratto alla Assidea per circa 12 milioni. Contemporaneamente l’assessore aveva nominato una commissione per formulare nuove regole sulla gestione del rischio delle aziende sanitarie. Un gruppo che ha lavorato molto a lungo, bloccando ogni gara d’appalto: per questo la giunta regionale adottò poi una propria delibera, di fatto garantendo per altri tre anni, secondo gli inquirenti, il monopolio alla società fino al 2010. Anche questa indagine è condotta dal sostituto procuratore Desirèe Digeronimo. Colpito negli ultimi giorni dalla raffica di avvisi, Alberto Tedesco non si arrende. “Come mi sento? Se pensano di mettermi pressione, nella speranza che faccia un passo falso, si sbagliano: non appena avrò gli elementi per reagire nelle sedi competenti, lo farò. Spero solo che non debbano passare decenni”.

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Senatore Tedesco, si sente un bersaglio?
“L’immagine di Alberto Tedesco come il male assoluto della sanità pugliese fa comodo a tutti. Però, devono trovarsene un altro: non me ne starò con le mani in mano. Gli inquirenti stanno usando la tecnica dello spacchettamento per tenermi sotto pressione: quando non si ha niente in mano si fa così, nella speranza che l’indagato faccia qualche passo falso. Non accadrà. Psicologicamente sono forte: ho sulle spalle 40 anni di attività politica e amministrativa, ho gli anticorpi giusti”.

Niente da dire sulle accuse che le vengono mosse?
“Non stanno in piedi. Qualcuno dovrebbe chiedersi: possibile che Tedesco potesse agire in modo così indisturbato e che nessuno lo controllasse? Suvvia, ero una delle persone più esposte del governo regionale, per quattro anni mi hanno rimproverato soltanto il conflitto di interessi e sono stato sempre difeso dal presidente della Regione. Possibile che, improvvisamente, io abbia subito una trasformazione? Ci sono tante cose strane. A cominciare dai diversi magistrati che, prima del 2011, si sono più volte imbattuti nel nome di Lea Consentino, senza avvertire l’esigenza di indagare a fondo. Deve essere chiaro che è stato Nichi Vendola a dare potere e autonomia a Lea Cosentino, è stato lui che l’ha fatta sempre sentire in una botte di ferro. È stata abile, ha gestito appalti e concorsi come ha voluto: chissà perché mai nessuno ha voluto prendere in considerazione questa chiave di lettura”.

Tutto ruotava intorno a Lady Asl?

“L’epicentro delle indagini è lei. Vendola si è lamentato pubblicamente, ma non mi risulta che si fosse mai posto il problema delle frequentazioni di Lea Cosentino, di cui era a conoscenza”.

Allude a Gianpi Tarantini?
Non soltanto a lui, ma anche ad ambienti politici mai tirati in ballo in questa storia”.

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