Taranto, blitz antimafia: 30 ordinanze per droga, estorsioni, rapine e soldi falsi. Gli ordini al clan dal carcere

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Una vasta operazione antimafia è stata condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto con l’esecuzione in varie città d’Italia, di 25 ordinanze di custodia cautelare a conclusione delle indagini dirette e coordinate dalla DDA di Lecce, nei confronti di appartenenti ad una associazione criminale di stampo mafioso dedita al traffico organizzato di stupefacenti, alle estorsioni e al traffico di banconote false. Il clan apparteneva ad una frangia della Sacra Corona Unita attiva nell’area orientale della provincia ionica, e si sarebbe reso responsabile di  attentati ai danni di attività commerciali con metodi mafiosi, fra cui atti incendiari e ripetute minacce perpetrate con l’utilizzo di armi.

Le indagini, avviate dai Carabinieri di Lizzano nel gennaio 2016 e dirette dalla DDA di Lecce, hanno permesso di delineare l’intero organigramma della struttura criminale, con al vertice un pluripregiudicato detenuto, il quale impartiva ordini e direttive dal carcere ai sodali in libertà attraverso “pizzini”, avvalendosi della fedele collaborazione di due “luogotenenti”.

L’indagine ribattezzata Mercurio (dal nome del dio, figlio di Zeus, messaggero degli dei, da qui l’analogia con gli odierni indagati, che si rendevano sul territorio “messaggeri” del boss recluso in carcere), è stata avviata nel Gennaio 2016 mediante indagini tecniche nei confronti di alcuni soggetti arrestati per spaccio di eroina, cocaina e hashish, all’interno di un noto Bar di Lizzano, ha consentito di certificare l’esistenza di un sodalizio criminoso organizzato nelle maglie della Sacra Corona Unita e, in particolare, l’operatività di una compagine malavitosa già facente capo ai boss Francesco Locorotondo, Giovanni Giuliano Cagnazzo e Cataldo Cagnazzo, della quale gli indagati hanno proseguito l’azione criminale mutuandone metodi, scopi e attività, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento ed omertà.

Cagnazzo, pregiudicato 65enne di Lizzano, secondo gli inquirenti, impartiva ordini e direttive agli affiliati in libertà facendo recapitare messaggi su fogli di carta all’esterno della struttura carceraria. L’organizzazione criminale è stata smantellata dai carabinieri di Taranto che oggi hanno notificato due distinte ordinanze di custodia cautelare. La prima, emessa dal gip di Lecce su richiesta della procura antimafia, è a carico di 26 persone (19 in carcere, 2 ai domiciliari e 5 obblighi di dimora), per associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti, alla spendita di banconote false nonché alla commissione di estorsioni con metodi mafiosi fra cui atti incendiari ai danni di stabilimenti balneari e di altre attività commerciali di Lizzano. La seconda, firmata dal gip di Taranto su richiesta della procura, nei confronti di altre 5 persone (3 in carcere e 2 ai domiciliari) per spaccio di stupefacenti, rapina aggravata, lesioni personali ed estorsione.

L’organizzazione criminale è considerata una costola di un’altra attiva qualche anno fa, riconducibile ai boss Francesco Locorotondo, Cataldo Cagnazzo e lo stesso Giovanni Giuliano Cagnazzo. Anche in questo caso il sodalizio avrebbe agito avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento ed omertà. L’organizzazione, secondo gli investigatori, era prevalentemente dedita al traffico di stupefacenti e all’imposizione del «pizzo” in danno di esercizi commerciali di Lizzano con metodi tipicamente mafiosi, fra cui atti incendiari commessi con bottiglie molotov. Giovanni Giuliano Cagnazzo avrebbe fatto recapitare all’esterno del carcere i «pizzini» attraverso Maria Schinai, compagna di Angelo Scorrano, ritenuto fra gli elementi chiave del gruppo criminale. Quest’ultimo, hanno spiegato i carabinieri, si relazionava con Pasquale Scurrano e Alessandro Scorrano, anche loro ritenuti organizzatori, promotori e figure di spicco della compagine malavitosa; vigilava sugli equilibri interni ed esterni al gruppo dando il proprio consenso all’affiliazione di nuovi adepti; percepiva e amministrava regolarmente i guadagni derivanti dallo svolgimento delle attività criminose. Al pregiudicato Antonello Zecca, già appartenente a un altro sodalizio operante sul territorio, era affidata la gestione operativa del racket delle estorsioni ai danni dei titolari degli stabilimenti balneari della litoranea ionica, mentre Costantino Bianchini era gestore del traffico delle banconote false e Francesco Gualano era responsabile dell’approvvigionamento all’ingrosso dello stupefacente.

Nel corso dell’intera indagine sono stati complessivamente sequestrati circa 700 grammi di stupefacente di vario genere (hashish, cocaina, eroina), banconote false e munizioni per armi comuni da sparo.

Sono emersi responsabilità penali a carico di alcune persone estranee al gruppo criminale (indagine “satellite” – GIP di Taranto). In particolare di due, oggi rispettivamente sottoposti alla misura della custodia in carcere e agli arresti domiciliari, perché ritenuti responsabili di attività di spaccio di stupefacenti in concorso sulla piazza di Torricella; altri tre, oggi rispettivamente sottoposti, in due alla misura della custodia in carcere e uno agli arresti domiciliari, ritenuti invece responsabili in concorso tra loro di rapina aggravata, lesioni personali ed estorsione in danno di un giovane di Lizzano. 

Ecco i nomi degli arrestati in carcere dell’operazione Mercurio:

BERNARDI Graziano, ventiseienne di Torricella;
BIANCHINI Costantino, trentanovenne di Lizzano;
BIANCO Gregorio, trentunenne di Lizzano;
CAGNAZZO Giovanni Giuliano, sessantacinquenne di Lizzano;
CAVALLO Angelo Antonio, quarantaquattrenne di Maruggio;
CONVERTINI Alfonso, quarantaduenne di Lizzano;
DI PUNZIO Alessandro, ventiduenne di Lizzano;
DI PUNZIO Vito, venticinquenne di Lizzano;
FIORINO Gianfranco, trentaduenne di Lizzano;
GUALANO Francesco, cinquantaseienne di Lizzano;
PETRAROLI Ubaldo, trentaquattrenne di Lizzano;
PETRONELLI Andrea, trentaduenne di Lizzano;
PULIERI Francesco, trentacinquenne di Faggiano;
RIZZO Giuseppe, ventottenne di Lizzano;
RUSSO Pietro Fortunato, ventitreenne di Sava;
SCORRANO Alessandro, trentunenne di Lizzano;
SCURRANO Pasquale, cinquantaduenne di Lizzano;
SUMMA Alessandro, trentatreenne di Maruggio;
ZECCA Antonello, quarantenne di Lizzano

Mentre agli arresti domiciliari:

SCHINAI Maria, quarantatreenne di Lizzano;
ARMENTI Giuseppe, quarantasettenne di Lizzano
 

L’ELENCO DEGLI ARRESTATI DELL’OPERAZIONE “ SATELLITE”

In carcere: ANTONUCCI Salvatore, trentacinquenne di Torricella; CALASSO Giuseppe Valentino, ventottenne di Lizzano; MOTOLESE Giuseppe, trentenne di Lizzano. Ai domiciliari invece: CARRIERI Antonio, trentanovenne di Lizzano; VOCALE Emanuele, ventisettenne di Lizzano. Nell’ambito della stessa operazione sono state eseguite anche altre 5 ordinanze richieste dalla Procura della Repubblica di Taranto nei confronti di personaggi ritenuti responsabili a vario titolo di estorsione, rapina e spaccio di stupefacenti.

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