fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Resta in carcere Michele Nardi, l’ex giudice di Trani (oggi in servizio come pm a Roma ma sospeso dalle funzioni), arrestato il 14 gennaio con l’accusa di corruzione in atti giudiziari insieme all’ex collega Antonio Savasta. Il Tribunale del Riesame di Lecce ha rigettato la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giovanni Gallo, confermando in tal modo l’impianto accusatorio della Procura di Lecce.
Nardi e Savasta sono accusati di avere creato una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata a dirottare processi e indagini in cambio di tangenti e della quale avrebbe fatto parte anche il sovrintendente di polizia Vincenzo De Chiaro, anch’egli in carcere da quasi un mese. Sono stati invece interdetti dalle rispettive professioni, gli avvocati Simona Cuomo e Ruggiero Sfrecola e l’imprenditore Luigi D’Agostino.
Con la decisione del Riesame si spengono per ora le speranze di Nardi di ottenere la libertà e il magistrato è costretto a restare nel carcere di Matera. Savasta, che è invece detenuto a Lecce, non ha avanzato al momento richieste di scarcerazione ma sta collaborando con gli inquirenti salentini (il procuratore Leonardo Leone de Castris e la pm Roberta Licci) per cercare di alleggerire la propria posizione).
Durante l’udienza davanti al Riesame (presidente Silvio Piccinno), gli avvocati di Nardi hanno cercato di demolire l’impianto accusatorio, minando la credibilità del principale accusatore, l’imprenditore di Corato Flavio D’Introno, che ha ammesso di avere pagato a Nardi e Savasta mazzette per quasi tre milioni di euro.