Tangenti agli ispettori del lavoro: diciannove condanne per corruzione

Cinque anni di carcere per due funzionari e uno a Tupputi, ex consigliere provinciale del Pd

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Ne avevamo parlato il 3 aprile 2009 e il 22 aprile 2009 degli arresti nell’ambito della stessa operazione della Guardia di Finanza, invitando i cittadini molfettesi a denunciare gli ispettori del lavoro che chiedevano tangenti per ammorbidire e o evitare le sanzioni. Le denunce sono arrivate, ed anche le condanne, ma riteniamo che il marcio sommerso ci sia ancora, pertanto invitiamo i cittadini molfettesi ad avere ancora fiducia nella giustizia e a denunciare ulteriori episodi che hanno interessato le attività commerciali del nostro territorio.



di Carmen Carbonara (www.corrieredelmezzogiorno.it/…)

Diciannove condanne (di cui 12 con il rito abbreviato e sette con il patteggiamento della pena) per un totale di quasi 34 anni di reclusione; nove persone assolte o prosciolte e cinque che invece saranno giudicate, con il rito ordinario, dal tribunale di Bari. Si è chiusa così l’inchiesta sulle tangenti pretese dagli ispettori del lavoro di Bari, che il 15 gennaio 2009 portò a 16 arresti disposti dal gip del tribunale di Trani Roberto Oliveri del Castillo, su richiesta del pm Michele Ruggiero, con le accuse di corruzione, concussione e anche rivelazione di segreti d’ufficio.

Nella stragrande maggioranza dei casi accertati dalla guardia di finanza di Barletta, è risultato che gli ispettori coinvolti avevano preteso o ottenuto tangenti dalle aziende a Nord di Bari per cancellare o ammorbidire alcune posizioni irregolari di dipendenti, alcuni completamente in «nero», spesso con l’intermediazione di commercialisti, consulenti del lavoro, responsabili di Caf e dipendenti di associazioni di categoria. Ma dalle intercettazioni vennero fuori anche casi di corruzione che c’entravano poco con le aziende del Nord Barese, come quelli dei tre carabinieri del Nil di Bari, che avrebbero rivelato a un ispettore notizie riservate dell’ufficio.

I tre militari (Diego Guarnaccia, Saverio Marsico e Giuseppe Quintano) ieri sono stati rinviati a giudizio dal gup di Trani, Grazia Miccoli, ma saranno giudicati dal tribunale di Bari avendo lo stesso giudice dichiarato l’incompetenza territoriale di quello tranese. E a Bari sono già finite anche altre due posizioni, cioè quelle dell’ispettore Nicola Spacciante e dell’imprenditore Carlo Stragapede, che avevano chiesto il giudizio immediato e ottenuto che questo venisse trasferito a Bari.
In ogni caso il procedimento è stato definito a tempo di record, esattamente a un anno dall’esecuzione delle prime misure cautelari. Le pene più consistenti sono state inflitte con il rito abbreviato a tre ispettori: Antonio Angelo Volponi, Giovanni Maldera (cinque anni ciascuno) e Giuseppe Gesualdo (tre), tutti e tre finiti in carcere per due volte (la prima il 15 gennaio e la seconda il 3 aprile per diversi episodi).

Condannati in abbreviato anche gli ispettori Ferdinando Rossi, Aldo Tangorra (un anno e 4 mesi ciascuno), Luca Cifarelli (2 anni), Angela Lamparelli (un anno e 10 mesi) e Domenico Mundo (un anno); mentre è stato assolto Paolo Catalano e prosciolto Gaetano Balena (che aveva chiesto il rito ordinario).
Un anno è la condanna per Salvatore Tupputi, responsabile del Caf di Barletta che all’epoca degli arresti era ancora consigliere provinciale di Bari del Pd.
Tra gli altri consulenti o responsabili di associazioni di categoria: un anno e dieci mesi per Nicola Summo e Antonia Pasquale, un anno per Antonio Felice Fabiano.
Assolti invece i consulenti Filomena Altamura, Aldo Raffaele De Sario, Michele Cariello, Enza Petrizzelli, Ruggero Amorotti, Luigi Riefolo e il finanziere Domenico Nenna.
Hanno patteggiato la pena Cosimo Valente, dipendente in pensione dell’Ispettorato del Lavoro (due anni), Riccardo Alicino, Emanuele e Riccardo De Gioia, Antonio Rinaldi (tutti a dieci mesi), Giuseppe Siragusa e Francesco Vitucci (un anno e quattro mesi a testa) .

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