Sul carro bestiame e poi sfruttati nei campi, la vergogna del caporalato: 5 arresti nel Foggiano

bari.repubblica.it

Ogni giorno, alle 5 del mattino, venivano caricati sul retro di un furgone adibito al trasporto per gli animali. Ogni mattina, dalle 50 alle 60 persone – uomini e donne tra i quali anche una decina di bambini (il più grande ha tre anni) – venivano accompagnate in un capannone nelle campagne tra Cerignola e San Ferdinando di Puglia per defoliare quanti più carciofi possibile. Venivano pagati “a cottimo”, 1.5 centesimi per ogni carciofo preparato e, pur lavorando di buona lena, non riuscivano a portare a casa più di 15 euro al giorno, su 12 ore di lavoro consecutivo.

E’ quanto scoperto dagli agenti del Servizio Centrale Operativo, della squadra mobile di Foggia e del commissariato di Cerignola che – coadiuvati dal Reparto Prevenzione Crimine – hanno eseguito un controllo all’interno di un’area privata, situata all’interno di un autoparco in contrada Valle di Riso, scoprendo un vero e proprio girone dantesco dello sfruttamento del lavoro. Le immagini tratte dal sistema di videosorveglianza del capannone mostrano inequivocabilmente condizioni, orari e ritmi di lavoro disumani e contrarie ad ogni norma di sicurezza. Al momento del blitz, gli agenti hanno identificato 54 cittadini comunitari, bulgari e romeni, intenti alla prima lavorazione di carciofi, destinati alla successiva trasformazione. Alcuni di questi operai avevano tra le braccia dei bambini e le attività lavorative si svolgevano in un ambiente malsano e in condizioni igieniche pessime.

I cassoni dei carciofi da lavorare erano conservati all’esterno del capannone, esposti alle intemperie e senza alcuna copertura. Gli agenti ne hanno sequestrati a quintali: 120 ancora da lavorare e 44 già defoliati e pronti per passare al livello successivo della filiera di trasformazione (sul quale sono in corso ulteriori indagini). Il prodotto veniva trattato su banconi di legno sui quali sedevano, impegnati con giochi e passatempi di fortuna, anche dieci bambini, costretti a seguire le rispettivamente madri.

Per il fatto, cinque persone sono state arrestate: si tratta di Giuseppe Franco e Pasquale Napolitano, entrambi di Trinitapoli, rispettivamente di 57 e 45 anni. Insieme a loro anche Neno Ivanov Nenov, Trifon Angelov Minchev e Ivan Mitrov Asenov, tutti bulgari, di 32, 48 e 22 anni. Dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Altri due soggetti, sono stati denunciati in stato di libertà per gli stessi reati, mentre la proprietaria del capannone è stata denunciata per favoreggiamento. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il primo era l’organizzatore dell’attività: si era interessato per trovare un locale idoneo (ma senza contratto di locazione) e al momento del blitz è stato trovato alla guida di un muletto, intento allo spostamento di cassoni di carciofi. Il secondo, invece, si occupava della contabilità e nel capannone è stato trovato un quaderno nel quale aveva segnato, da 19 gennaio fino a ieri, il numero di carciofi defoliati da ciascun lavoratore per procedere al pagamento della giornata lavorativa. Gli altri tre, invece, si occupavano del trasporto dei lavoratori dal centro abitato ofantino alla campagna. L’attività è stata svolta anche con il concorso della Direzione Provinciale del Lavoro di Foggia e della A. S. L. competente.

Indagine conoscitiva su lavoro nero e caporalato

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