Studenti in attesa di giudizio

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La neo-ministra Gelmini ha consegnato al Consiglio di Stato una corposa difesa dell’O.M. 92, che si è rivelata determinante nella sentenza che ha respinto la richiesta di sospensione dell’ordinanza presentata dai Cobas. Rigettata la sospensiva attendiamo ora l’esito definitivo del ricorso i cui contenuti sono condivisi dalla stragrande maggioranza delle scuole e perfino dalla Ministra.

Infatti, seppure la Nota prot. n. 6163 del 4/6/2008 – diramata subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato – conferma le modalità di recupero dei “debiti” già stabiliti con l’O.M. 92, ammette che:

Negli interventi di sostegno e di recupero […] sono state evidenziate criticità da più parti”; “prima dell’inizio del nuovo a.s. si dovrà procedere ad un’ampia riflessione sulle criticità emerse“;  “si dovranno trovare le modalità per una piena realizzazione del principio secondo cui le attività di sostegno e di recupero costituiscono parte ordinaria e permanente del POF”; “l’Amministrazione ha destinato […] 57 milioni di euro, aggiuntivi”; “nella fase di adeguamento dell’organico….i Dirigenti potranno proporre variazioni alla consistenza delle classi […] in riferimento a rilevanti scostamenti nel numero di studenti per classe a seguito delle valutazioni al termine dei corsi di recupero”.

La Nota cioè, riconosce in pieno molti degli elementi negativi evidenziati dai Cobas nell’opposizione all’O.M.92: le difficoltà di gestione; la necessità di un ampio confronto-riflessione con le scuole che invece è totalmente mancato;  l’assenza di queste attività di recupero come parte ordinaria e permanente del POF; l’insufficienza dei fondi; i ritardi nella formazione delle classi e le difficoltà nell’adeguamento degli organici.

Insomma, la Ministra dà ragione ai Cobas nel merito, ma poi non trova il coraggio di annullare una ordinanza palesemente inattuabile e distruttiva, adducendo che “l’anno scolastico è ormai nella fase conclusiva […] e risulta, allo stato attuale, impraticabile una modifica dell’impianto definito dalle disposizioni vigenti“. Siamo così al ridicolo che si dovranno attuare soluzioni al problema dei “debiti” ritenute sbagliate dalla stessa Ministra.

Le disposizioni contenute nella Nota non migliorano la situazione, andando ad accentuare il “fai-da-te” da parte delle singole scuole nella scelta di quali corsi attivare, della loro consistenza oraria, di come attuarli sia per i docenti che per gli studenti. Ciò determinerà grosse differenziazioni di “modalità” di recupero, con prevedibili numerosi ricorsi dei genitori nei confronti degli insegnanti rei di non aver offerto “adeguate possibilità di recupero” ai loro figli.

La Ministra, comunque, ribadisce che il 31 agosto non è una data perentoria e che solo “di norma” gli interventi, e le verifiche si devono concludere entro tale data, mentre l’unica data perentoria resta “la data di inizio delle lezioni” dell’anno scolastico successivo. Va ribadito che verifiche e scrutini a luglio e agosto restano illegittimi ai sensi dell’art. 74, 2° c. del D. Lgs n.297/1994 (Testo Unico della scuola), che prevede: “le attivita’ didattiche, comprensive anche degli scrutini ed esami, si svolgono nel periodo compreso tra il primo settembre e il 30 giugno, con eventuale conclusione nel mese di luglio degli esami di maturità”. E, naturalmente, D.M. e O. M. non possono abrogare atti aventi forza di legge, salvo esplicita autorizzazione di una legge del Parlamento, che in questo caso non c’è stata.

Infine, i docenti  possono chiedere le ferie "durante i periodi di sospensione delle attività didattiche" (art. 13 del CCNL), ma  hanno diritto – come tutti i lavoratori – alla libera fruizione delle ferie e, quindi, ad avere a disposizione un periodo di tempo superiore ai 32 giorni per poter scegliere: le ferie non possono essere imposte!

A fronte di tutto ciò, i Cobas sono riusciti a porre all’attenzione di tutta Italia l’assurdità di andare a decidere le sorti di 1 milione di studenti fino ad oggi promossi con debiti, con recuperi e verifiche improvvisati e pasticciati che metteranno seriamente a repentaglio la promozione per almeno la metà di essi. E con 500.000 bocciati che si andrebbero ad aggiungere ai 400.000 che mediamente si hanno ogni anno, l’Italia potrebbe arrivare così a vantare il primato in Europa di 900.000 bocciati .

Questa vicenda dei recuperi-farsa quindi, svilirà ulteriormente una scuola già gravemente danneggiata dalle politiche aziendalistiche e dell’autonomia scolastica dei vari ministri Berlinguer, Moratti e Fioroni.

Ma se la Ministra Gelmini pensa di continuare sulla strada del degrado della scuola pubblica, sappia che i COBAS hanno già pronto un autunno molto caldo.

COBAS – COMITATI DI BASE DELLA SCUOLA

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