Storie di ordinaria microcriminalità

Abbiamo ricevuto questa lettera e, dopo le dovute verifiche, volentieri la pubblichiamo ringraziando gli amici che l’hanno scritta e invitando i cittadini che ci seguono a denunciare sempre questi episodi e descrivere bene gli aggressori, facendo rete e collaborando con le Forze dell’ordine, solo in questo modo potremo vincere questa battaglia, facendo credere a questi balordi che comunque noi li denunceremo e prima o poi saranno arrestati:

Siamo due ragazzi di Molfetta e vi scriviamo per portare alla vostra attenzione e a quella dell’intera cittadinanza, un avvenimento accaduto a un nostro amico Francesco (nome fittizio da noi assegnato) che oltre a lasciarci sconvolti ci ha fatto porre alcuni interrogativi su quella che è la sicurezza nella nostra città.

Sembrava una sera tranquilla quella di mercoledì 8 agosto, quando dopo una partita di calcio giocata tra amici, ci accingevamo a ritrovarci al lungomare ognuno con i propri mezzi. Erano circa le 22.00 quando Francesco con la sua moto si dirigeva verso il centro cittadino per recarsi al punto di ritrovo. Essendo via madonna dei Martiri chiusa per lavori in corso, decide di imboccare la parallela cioè via S. Gioacchino, ed è qui che succede una vera rapina a mano armata.

Due motori di grossa cilindrata, ognuno dei quali occupato da due persone, si affiancano a Francesco e colpiscono con un calcio la parte posteriore del  suo motore. Francesco perde cosi l’equilibrio terminando a terra.  Subito, uno dei quattro si fionda su di lui bloccandolo e contemporaneamente puntandoli una pistola alla gola (fredda e senza tappo rosso come riferisce Francesco) intimandolo con un accento sicuramente non molfettese di consegnarli il motore senza porre alcuna resistenza.

Spaventato e scioccato Francesco non può far altro che lasciare il motore ai quattro che nel giro di pochi secondi si dileguano, e allertare noi amici e i carabinieri dell’accaduto che sopraggiungono sul posto con tempestività. Per lui “fortunatamente” non ci sono stati danni fisici tranne un ematoma sull’ inguine provocato dalla caduta, ma resta la perdita oltre che del motore anche delle chiavi della macchina, portafoglio con documenti, bancomat e altri oggetti personali; ma rimane sicuramente la paura per un episodio che non andrà via dalla sua mente così facilmente.

Ciò che ci ha spinto a scrivere è la voglia di voler testimoniare quello che accade spesso nella nostra città ma che molte volte rimane in background , è la voglia di denunciare un episodio che racconta in qualche modo quello che è la sicurezza nella nostra città nonostante tuttavia la zona interessata dell’accaduto non è in periferia ma a pochi passi dal centro. Possibile che in una città come Molfetta, in espansione continua, ci sia così poca sicurezza ? E’ possibile che ci siano cosi poche pattuglie di carabinieri a vigilare e monitorare la città? E’ possibile che i quattro in maniera indisturbata siano entrati in città presumibilmente con targhe coperte? Ci chiediamo perché nei punti di entrata/uscita così come nei punti più critici non ci siano telecamere in modo tale da poter visionare eventuali atti criminali e le successive vie di fuga? Questo è quello che è accaduto al giovane Francesco che comunque nella sfortuna può ritenersi fortunato per non aver subito alcuna violenza fisica…ma è sempre così?

La nostra città si definisce come sicura, turistica, accogliente, commerciale ma lo è davvero? E’ davvero pronta a fare questo passo in avanti? Lo chiediamo a chi ci amministra, a chi ci dovrebbe garantire sicurezza e a tutti voi lettori.

Distinti saluti

Una risposta a “Storie di ordinaria microcriminalità”

  1. Caro Matteo,nel mese di giugno in Via Papa Montini,due balconi dal mio,alle ore 20,scalando una grondaia hanno tentato un furto al primo piano.Alle mie grida,sono fuggiti con una macchina.Succede di tutto in questa bella cittadina.
    Carabinieri?Vigili?Cittadini?Omertà,tanta,tantissima!!!!!Ciao.Pietro.

I commenti sono chiusi.

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