Storia di un Comune non sciolto per mafia: Fondi

di Antimo Turri – www.liberainformazione.org

La Direzione Nazionale Antimafia, nella sua relazione dell’anno 2008 dichiara che “per quanto riguarda il Mercato Ortofrutticolo di Fondi esso appare interessato da infiltrazioni mafiose, e il Mercato subisce l’influenza della famiglia D’Alterio e del clan Tripodo”. Emergono già, quindi, i nomi di sodalizi criminali facenti capo alla ‘ndrangheta, operanti a Fondi e strettamente legati agli affari del MOF, il più grande mercato ortofrutticolo del centro-sud. Nel mese di settembre del 2008, Bruno Frattasi, Prefetto di Latina, consegna al Viminale la prima relazione su Fondi, frutto del lavoro d’indagine della commissione d’accesso precedentemente nominata dallo stesso Frattasi.

Nelle conclusioni della relazione si parla di “compromissione dell’agire politico-amministrativo locale” e, ancora, il Prefetto scrive:

Su tali aspetti appare esaustiva la scrupolosa ricostruzione operata dalla Commissione di accesso, che ben delinea il collegamento della famiglia Tripodo con elementi della mafia calabrese e clan camorristici, in particolare quello dei Casalesi”. Il quadro, dunque, è chiaro. Fondi e la sua attività politico-amministrativa, risultano essere condizionate dal sodalizio di camorra e ‘ndrangheta.

Ad aprile 2009, il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, dinanzi alla Commissione parlamentare Antimafia chiede lo scioglimento del consiglio comunale di Fondi, dichiarando la sussistenza di tutti i presupposti necessari. A questo punto la parola spetta al Consiglio dei Ministri che, si pensa, non potrà più rimandare la decisione.

Intanto il clima nella città laziale è rovente. Nella notte tra sabato 2 e domenica 3 maggio 2009, l’azienda di imballaggi “Fidaleo” subisce un attentato incendiario che distrugge oltre ventimila cassette di legno. E’ il quarto attentato in meno di trenta giorni a Fondi.

Il 6 maggio un incendio doloso danneggia i macchinari di un’impresa di movimento terra, l’Elispanair; un altro attentato incendiario devasta l’autovettura di un’imprenditrice. Lo stesso giorno, il Consiglio dei Ministri si riunisce, ma non decide nulla in merito allo scioglimento del consiglio comunale. Il Governo, quindi, temporeggia.

Il 7 maggio il titolare dell’Elispanair getta la spugna e chiude l’attività. Rilascia, inoltre, dichiarazioni scioccanti con cui denuncia che l’edilizia nell’area fondana è in mano ad un cartello camorristico. Quest’ultimo ha voluto dare con l’attentato un segnale forte all’Elispanair che aveva la sola colpa di praticare prezzi troppo concorrenziali. Pochi giorni dopo, Maroni risponde in questo modo ad un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Amici: ” “Per quanto mi riguarda non ci sono ostacoli a che in una delle prossime sedute il Consiglio dei ministri torni ad affrontare la questione e decida in un senso o nell’altro, per quel che mi concerne naturalmente nel senso dello scioglimento.” Tuttavia, il Governo non prende una decisione.

Nella notte tra domenica 17 e lunedi 18 maggio un incendio doloso provoca danni per oltre centomila euro all’azienda ortofrutticola “Cobal” di Fondi.

Alle elezioni provinciali del 7 e 8 giugno 2009, il Presidente uscente Armando Cusani, viene rieletto con il 57% delle preferenze. Ai microfoni del Tg3 Lazio, a proposito dello scarso risultato elettorale della Lega Nord nella provincia pontina, dichiara: “Il numero irrisorio di voti raccolto dimostra che la Lega deve rimanere al Nord, nonostante il ministro Maroni si fosse divertito a parlare di Fondi in Consiglio dei Ministri.” Il Sindaco di Fondi, Parisella, è eletto anche in Consiglio Provinciale.

Alle prime luci dell’alba del 6 luglio duecento agenti eseguono 17 arresti su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Tra gli arrestati Carmelo Giovanni Tripodo e Antonio Venanzio Tripodo. E ancora, l’ex assessore ai lavori pubblici di Forza Italia, Riccardo Izzi, dimessosi nel 2008, il capo della Polizia municipale, Dario Leone, il vice Pietro Munno, il dirigente dell’area lavori pubblici del Comune di Fondi, Gianfranco Mario Renzi, il funzionario del settore Bilancio, Tommasina Biondino e l’imprenditore immobiliarista Massimo Di Fazio. Sequestrati beni mobili e immobili per un valore di oltre dieci milioni di euro. L’operazione prende il nome di “Damasco II”. Il Governo continua a tacere.

Ferragosto. Proprio in questo giorno il Governo decide per il non scioglimento del Comune di Fondi. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, dichiara:

In Consiglio dei Ministri sono intervenuti diversi ministri, hanno fatto notare come nessun componente della giunta e del Consiglio comunale sia stato neppure toccato da un avviso di garanzia. Quindi sembrava strano che si dovesse intervenire con un provvedimento estremo come lo scioglimento

Alle 2 e 30 del 3 settembre 2009 un’autobomba esplode nella centralissima via Spinete a Fondi. Un autocarro furgonato, appartenente ad una ditta per la fornitura di caffè a bar ed a ristoranti del sud Pontino viene distrutto.

Nello stesso mese di settembre il Prefetto di Latina, Bruno Frattasi, presenta una seconda relazione al Ministro dell’Interno. Il Governo deve tornare a decidere.

Il 18 settembre 2009, Maroni presenta la sua relazione sul caso Fondi e dichiara:

Il comune di Fondi (Latina), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 28 maggio 2006, presenta forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata tali da determinare una alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione, nonché il funzionamento dei servizi, con grave e perdurante pregiudizio per lo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica.”

Il 3 ottobre 2009 il sindaco di Fondi e tutti gli assessori si dimettono, ritenendo impossibile continuare a governare in quello che sembrano definire un clima di congiura contro di loro. Il sindaco dimissionario, Parisella, addirittura dichiara: “Non è possibile portare all’attenzione negativa un’intera comunità, un’intera amministrazione comunale sulla base di ipotesi mai riscontrate da alcun Tribunale”. Dimentica, forse, l’operazione Damasco II.

Venerdi 9 ottobre 2009, il Consiglio dei Ministri decide di non sciogliere Fondi, preferendo le nuove elezioni e dichiarando la situazione risolta con le dimissioni del Sindaco e della Giunta.

Questa è, grosso modo, la storia di un Comune non sciolto per mafia.

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