SPIONAGGIO ECHELON: I GOVERNI USA & ITALIA HANNO NASCOSTO LE PROVE SULLE STRAGI DI USTICA, MOBY PRINCE E DEL FRANCESCO PADRE

I segreti vergognosi di Stati albergano indisturbati sotto i nostri occhi distratti, a riprova ulteriore dell’assoluta mancanza di sovranità dell’Italia e della violazione conclamata e reiterata della libertà e della privacy del popolo italiano, da parte delle forze armate USA, con il beneplacito di chi ci governa per conto straniero (non alleati, bensì padroni).L’intelligence militare a stelle e strisce ci spia da decenni a nostra insaputa, compresi magistrati, giornalisti, servizi di sicurezza tricolore e cittadini comuni. Oggi con la scusa del “terrorismo” ci scrutano ed ascoltano le nostre conversazioni di qualsiasi genere, soprattutto internet, dai satelliti. Prima quando avevano il pretesto della guerra fredda usavano le stazioni terrestri. Ecco cosa è accaduto nello Stivale in un recente passato.Invisibile ai comuni mortali, ma nota al ministero della Difesa e allo Stato Maggiore. Ha registrato istante dopo istante la strage di Ustica: il Dc Itavia abbattuto con 81 persone a bordo la sera del 27 giugno 1980, nei cieli del Mar Tirreno. Eppure nessun magistrato, neppure l’encomiabile giudice Rosario Priore, perché ignaro e non informato dalle autorità italiane civili e militari, ne ha mai chiesto conto a Washington con una rogatoria internazionale. Ha intercettato nel 1985 i sequestratori dell’Achille Lauro e documentato la strage del traghetto Moby Prince (140 morti) la sera del 10 aprile 1991, causato dal traffico di armi dello zio Sam. E ancora: la notte fra il 3 ed il 4 novembre 1994, ha archiviato attimo dopo attimo le convulse comunicazioni radio fra le unità aeronavali della NATO che colpirono e deliberatamente affondarono nelle acque internazionali del Mare Adriatico, il peschereccio Francesco Padre con 5 uomini ed un cane a bordo.A dirla tutta, qualche tempo fa, un parlamentare indipendente, Nicola Magrone, di professione magistrato, tentò di far istituire invano una commissione parlamentare di inchiesta, poiché aveva intuito che un unico comun denominatore legava proprio queste stragi.

Nel corso della tredicesima legislatura sono stati presentati  su un argomento di interesse universale, voitale per uno Stato di diritto (almeno sulla carta), ben 33 atti parlamentari (interrogazioni ed interpellanze), senza che mai uno di essi abbia mai ricevuto una risposta dal Governo tricolore. Perché?
A tutt’oggi risultano ancora “in corso”. Ecco per esempio l’interrogazione a risposta scritta (numero 4/18223) depositata il 17 febbraio 2000 dal senatore Euprepio Curto: …….
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