Spacciavano per godersi la movida di Barletta. Maxi blitz della polizia, 15 arresti. C'è un molfettese

In azione oltre 100 agenti con il supporto di elicotteri e unità cinofile

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di La Redazione (www.molfettalive.it/…) – 4 giugno 2010

Dalle prime ore della mattinata è in corso una vasta operazione antidroga – denominata “Colosseum” – condotta dalla Polizia di Stato del Commissariato di Barletta assieme alla Squadra mobile della Questura di Bari.

All’operazione partecipano 100 agenti di polizia supportati da unita’ cinofile e da elicotteri del reparto volo di Bari.

Ben 29 le persone coinvolte e denunciate all'autorità giudiziaria. Tra questi 15 sono i destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Trani. C'è anche un 31enne molfettese, Marco Sallustio.

Tra loro numerose donne che ricoprono ruoli di primo piano e giovanissimi pusher incensurati, uomini e donne, che spacciavano per procurarsi i soldi per vivere la movida del fine settimana nei locali piu’ in della citta’. Tra gli assuntori di sostanza stupefacente molti ragazzi.

A seguito di ripetuti servizi di osservazione e appostamento, gli uomini della Squadra Investigativa del Commissariato di Barletta ha acquisito prove concrete in merito ad uno spaccio di sostanze stupefacenti gestito da Giuseppe Porcella, di 31 anni di Barletta e la sua convivente Antonietta Daloiso, di 22 anni di Barletta.

Le successive indagini hanno evidenziato l'esistenza di una articolata organizzazione che accanto ai due ha visto recitare un ruolo attivo altri pregiudicati alcuni dei quali in veste di spacciatori, altri incaricati di custodire la droga presso le rispettive abitazioni, altri ancora di mettere a disposizione unità immobiliari nelle quali confezionare le dosi destinate allo spaccio.

In proposito, specifica il Dirigente del Commissariato di Barletta, Angelo Tedeschi, "è necessario evidenziare che le intercettazioni telefoniche hanno interessato diversi telefoni “cellulari” intestati o comunque in uso a Porcella; costui era solito prestare gli apparecchi (completi di schede pulite intestate a persone ignare e fornite dalla commessa di un negozio di telefonia che figura tra gli indagati) ai vari pusher che si alternavano nella attività illecita".

Le indagini tecniche sono state avviate dal novembre 2008 fino al gennaio 2009. Durante questo lasso di tempo, gli investigatori hanno ottenuto molteplici riscontri alla attività illecita portata avanti dal gruppo criminale.

Fornitore della droga spacciata è risultato essere Luigi Marchisella, collegato al pericoloso clan Cannito di Barletta.

"L'uomo – sempre secondo gli investigatori – ha dimostrato non solo abilità organizzative rimarchevoli, ma anche capacità di dotarsi di tutti gli accorgimenti tecnici (come, ad esempio, le telecamere con sistema di brandeggio e zoom poste sul portone di ingresso dell’abitazione e sulla rampa di accesso ai box condominiali) necessari ad intercettare chiunque si avvicinasse alla sua abitazione e ciò nell’intento di vanificare blitz mirati delle Forze di Polizia. In ogni caso, dai riscontri telefonici e dall’attività investigativa, è emerso che Luigi Marchisella, “LO ZIO” come era solito chiamarlo Porcella – vendeva la “merce” principalmente allo stesso Porcella e, in altre occasioni, a fiduciari espressamente delegati".

Inoltre, le indagini hanno evidenziato il ruolo attivo svolto dalle donne inserite nell’organizzazione: Antonietta Daloiso affiancava e all’occorrenza sostituiva il convivente Giuseppe Porcella in tutti gli aspetti dell’attività criminosa; Luciana Porcelluzzi era custode della sostanza stupefacente e del materiale confezionamento, mettendo a disposizione la propria abitazione e altro locale per il confezionamento delle dosi; Diana Rociola, oltre a spacciare, ha trasportato sostanza stupefacente occultandola sulla propria persona e all’interno della abitazione assieme al materiale atto al confezionamento delle dosi; Anna Lavecchia, alias Annetta, anche lei custode della droga e locatrice di una abitazione in cui venivano confezionate e custodite le dosi di droga destinate allo spaccio.

Le indagini tecniche sono state suffragate da riscontri oggettivi consistenti nel sequestro ripetuto di dosi trovate in possesso di acquirenti a loro volta arrestati eo denunciati per i reati emersi a loro carico. Il volume d’affari giornaliero del gruppo delinquenziale si aggirava intorno alle 100 dosi di cocaina con un introito medio giornaliero di 2.000 euro, con punte di 4.0005.000 euro in occasione di alcune giornate festive. L’età media degli assuntori di droga si aggira attorno ai 22 anni.

Gli indagati segnalati all’autorità giudiziaria sono stati ben 29 (tra cui il figlio di uno dei Boss storici della mala barlettana) e tra questi 15 sono destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere in esecuzione di provvedimento emesso dal Gip Francesco Zecchillo. Le indagini sono state dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, Bruna Manganelli.

Il GIP ha autorizzato il sequestro preventivo di autovetture utilizzate dagli indagati per l’attività criminosa in esame.

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