Il sottopasso colabrodo

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di Maria Laura Scala

E’ di ieri mattina, giovedì 29 ottobre 2014, l’articolo che il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno ha dedicato alle condizioni pericolose ed inadeguate in cui versa da anni il sottopasso ferroviario della Stazione di Molfetta, attraversato da numerosissimi cittadini in qualsiasi ora della giornata ed unico passaggio pedonale obbligato che unisce il centro urbano con le nuove zone d’espansione.

Un “colabrodo” viene definito dalla giornalista d’Ambrosio che in poche, ma intense, righe interpreta il disagio e la comprensibile rabbia di tutti coloro che “sembrano quasi essersi arresi” all’evidente pericolo causato dalle infiltrazioni d’acqua che dopo ogni pioggia ne indeboliscono la struttura allagandola, e dai continui cedimenti di calcinacci dal soffitto che mettono seriamente in discussione la stabilità e l’effettiva sicurezza del sottopasso.

In questi anni il Liberatorio Politico ha più volte sollevato in numerosi comunicati il problema della pericolosità strutturale del sottopasso ferroviario ed ha presentato nel lontano Marzo 2012 regolare reclamo scritto a Trenitalia (Codice reclamo “1203088Q88” – Sicurezza personale e patrimoniale in stazione) per lamentare le precarie condizioni del soffitto del sottopassaggio ferroviario e delle vecchie pensiline di copertura dei binari da cui puntualmente gronda acqua in giornate di pioggia.

Un reclamo lungo 2 anni che solo nel mese di Marzo 2014 ha visto l’intervento di Trenitalia e Grandi Stazioni in quelli che si sperava fossero i tanto attesi lavori di manutenzione e messa in sicurezza delle aree citate ma che si sono rilevati ben presto solo piccoli lavori di riparazione e di consolidamento superficiali.

Non capivamo la logica per cui fossero montati pannelli Braille per la lettura tattile e le guide in gomma per l’orientamento di soggetti non vedenti in un sottopasso fatiscente, umido, fragile e insicuro, o vedere verniciare le pensiline in ferro dei marciapiedi dei binari piuttosto che tamponare ed isolare opportunamente le rispettive coperture dalla pioggia.

Per non parlare poi dei lavori di muratura perimetrali del binario 3, lavori iniziati e ad oggi mai conclusi, da cui è stato completamente escluso il gabbiotto di transito che si affaccia su via Vecchia Madonna della Rosa di cui non ci è dato ancora conoscere la titolarità e la proprietà tra Trenitalia ed il Comune di Molfetta in un questo continuo rimpallarsi di responsabilità e di accuse reciproche.

A tal proposito il Liberatorio Politico è andato oltre rilanciando l’idea di progettare un nuovo sottopasso alternativo a quello esistente in modo che si crei una nuova possibilità di viabilità pedonale e ciclabile più dignitosa, sicura e fruibile anche dai cittadini diversamente abili in carrozzina dato che l’attuale è sprovvisto di rampe d’acceso e strutture meccaniche.

Il Liberatorio ha fatto pervenire al Comune di Molfetta il progetto di una rampa di accesso quale nuovo sottopasso pedonale e ciclabile che potrebbe essere co-progettato in parte delle Ferrovie dello Stato e in parte dal Comune di Molfetta, ognuno per le proprie competenze.

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