"Soldi di Tarantini a Lady Asl". La procura chiede altri arresti

Dopo i domiciliari, i pm insistono su Lady Asl. Ma il giudice per due volte nega la misura cautelare: "Quelle utilità non erano corruttive". Secondo l’accusa sono almeno quattro gli appalti truccati. La riunione all’hotel de Russie e le ragazze offerte.  

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Lea Cosentino

di Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini (www.bari.repubblica.it/…)

Un nuovo ordine di arresto per Lea Cosentino e i domiciliari per il direttore amministrativo Francesco Lippolis. La procura di Bari va dritta sulla sua strada presentando ricorso al tribunale del Riesame contro la decisione del gip, Vito Fanizzi, che ha respinto la richiesta d´arresto. Lo ha fatto per due volte. La prima, il 6 gennaio, depositando l´ordinanza di custodia che poi è stata eseguita ieri per gli altri due dipendenti della Asl (Antonio Colella e Michele Vaira).

La seconda l´11, quando ha di nuovo rimandato al mittente la nuova richiesta dei pm. Il principio è sempre lo stesso: Tarantini e la Cosentino avevano una relazione sentimentale, le "utilità" (regali, contatti con il mondo della politica e dell´informazione) che l´imprenditore ha procurato alla manager potrebbero essere letti in questa ottica e non in una corruttiva. Per motivare la sua posizione il gip cita le dichiarazioni di Tarantini sia riguardo la Cosentino («lei non aveva nessun potere, quello lo gestivano i direttori amministrativi») sia su Lippolis: «Fui a fare il suo nome alla Cosentino come possibile direttore amministrativo – ha raccontato l´imprenditore barese ai magistrati – Ma dopo la sua nomina Lippolis si mise contro di me, bloccando le delibere che mi riguardavano. Penso che ciò derivasse dal rapporto che aveva con Tedesco».

I pm Eugenia Pontassuglia, Giuseppe Scelsi e Ciro Angelillis sono però convinti che così non è. E per questo hanno chiesto ai giudici del riesame di decidere sulla questione. D´altronde – è il ragionamento dell´accusa – Tarantini era una specie di reuccio all´interno della Asl di Bari, la più grande d´Italia. Il suo "grimaldello" – scrive il gip – era Lea Cosentino con la quale – sostiene l´accusa – «aveva creato un´associazione strutturata a raggiera in cui ogni associato costituisce un raggio che si collega con il centro senza necessariamente avere punti di contatto con l´altro». Quello oggetto di misure è soltanto uno dei filoni di questa indagine: ce ne sono ameno altri quattro, cinque stralciati da questo fascicolo e che potrebbero dare nelle prossime ore importantissimi sviluppi. Nell´inchiesta che ha portato agli arresti sono stati individuati almeno quattro appalti truccati: i tavoli operatori comprati dalla Asl a un prezzo (513mila euro) superiore a quello di mercato, la testiera di un letto (65mila), due forniture di uno strumentario chirurgico per l´ospedale San Paolo (32mila e 69mila).

Ci sono poi le "altre utilità". C´è l´influenza di Tarantini nelle nomine dei dirigenti delle aziende sanitarie o l´appalto da 55 milioni di euro (poi non andato in porto) che nella riunione all´Hotel de Russie avevano architettato alla perfezione insieme con la Cosentino e gli imprenditori Cosimo Catalano, Rino Metrangolo (vicono a Finmeccanica) ed Enrico Intini. «In questa sede – scrive il gip – si colgono le intenzioni dei presenti di interpretare, nella gestione degli appalti, le aspettative di alcuni politici (ndr, il riferimento è agli assessori Alberto Tedesco e Mario Loizzo) e dei gruppi imprenditoriali gravitanti attorno alle loro figure, e di addomesticare le gare.

È così confermata la totale mancanza di trasparenza della Cosentino, le cui "ascendenze" politiche emergono qui, come nella vicenda della nomina di Lippolis». Infine, ma non per ultima, le donne: la lunga telefonata, agli atti, tra Tarantini e una delle sue "ragazze", Maria Teresa de Nicolò, lascia pochi dubbi sui mezzi utilizzati dall´imprenditore. La donna era stata "offerta" all´amico Colella. Pensava a tutto Gianpi: 350 euro il cache della ragazza, più il passaggio in macchina, prenotazione e saldo per l´hotel. «Porta 60 euro per la camera – scriveva la donna in un sms – Ti aspetto lì… ».

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