Dopo i domiciliari, i pm insistono su Lady Asl. Ma il giudice per due volte nega la misura cautelare: "Quelle utilità non erano corruttive". Secondo l’accusa sono almeno quattro gli appalti truccati. La riunione all’hotel de Russie e le ragazze offerte.
Lea Cosentino
di Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini (www.bari.repubblica.it/…)
La seconda l´11, quando ha di nuovo rimandato al mittente la nuova richiesta dei pm. Il principio è sempre lo stesso: Tarantini e la Cosentino avevano una relazione sentimentale, le "utilità" (regali, contatti con il mondo della politica e dell´informazione) che l´imprenditore ha procurato alla manager potrebbero essere letti in questa ottica e non in una corruttiva. Per motivare la sua posizione il gip cita le dichiarazioni di Tarantini sia riguardo la Cosentino («lei non aveva nessun potere, quello lo gestivano i direttori amministrativi») sia su Lippolis: «Fui a fare il suo nome alla Cosentino come possibile direttore amministrativo – ha raccontato l´imprenditore barese ai magistrati – Ma dopo la sua nomina Lippolis si mise contro di me, bloccando le delibere che mi riguardavano. Penso che ciò derivasse dal rapporto che aveva con Tedesco».
I pm Eugenia Pontassuglia, Giuseppe Scelsi e Ciro Angelillis sono però convinti che così non è. E per questo hanno chiesto ai giudici del riesame di decidere sulla questione. D´altronde – è il ragionamento dell´accusa – Tarantini era una specie di reuccio all´interno della Asl di Bari, la più grande d´Italia. Il suo "grimaldello" – scrive il gip – era Lea Cosentino con la quale – sostiene l´accusa – «aveva creato un´associazione strutturata a raggiera in cui ogni associato costituisce un raggio che si collega con il centro senza necessariamente avere punti di contatto con l´altro». Quello oggetto di misure è soltanto uno dei filoni di questa indagine: ce ne sono ameno altri quattro, cinque stralciati da questo fascicolo e che potrebbero dare nelle prossime ore importantissimi sviluppi. Nell´inchiesta che ha portato agli arresti sono stati individuati almeno quattro appalti truccati: i tavoli operatori comprati dalla Asl a un prezzo (513mila euro) superiore a quello di mercato, la testiera di un letto (65mila), due forniture di uno strumentario chirurgico per l´ospedale San Paolo (32mila e 69mila).
Ci sono poi le "altre utilità". C´è l´influenza di Tarantini nelle nomine dei dirigenti delle aziende sanitarie o l´appalto da 55 milioni di euro (poi non andato in porto) che nella riunione all´Hotel de Russie avevano architettato alla perfezione insieme con la Cosentino e gli imprenditori Cosimo Catalano, Rino Metrangolo (vicono a Finmeccanica) ed Enrico Intini. «In questa sede – scrive il gip – si colgono le intenzioni dei presenti di interpretare, nella gestione degli appalti, le aspettative di alcuni politici (ndr, il riferimento è agli assessori Alberto Tedesco e Mario Loizzo) e dei gruppi imprenditoriali gravitanti attorno alle loro figure, e di addomesticare le gare.
È così confermata la totale mancanza di trasparenza della Cosentino, le cui "ascendenze" politiche emergono qui, come nella vicenda della nomina di Lippolis». Infine, ma non per ultima, le donne: la lunga telefonata, agli atti, tra Tarantini e una delle sue "ragazze", Maria Teresa de Nicolò, lascia pochi dubbi sui mezzi utilizzati dall´imprenditore. La donna era stata "offerta" all´amico Colella. Pensava a tutto Gianpi: 350 euro il cache della ragazza, più il passaggio in macchina, prenotazione e saldo per l´hotel. «Porta 60 euro per la camera – scriveva la donna in un sms – Ti aspetto lì… ».