Si raccolgono le olive in zona ASI tra rifiuti speciali e pericolosi

Siamo a conoscenza di questa storia perché l’abbiamo verificata e conosciamo i protagonisti, pertanto rilanciamo la lettera che è pervenuta al nostro indirizzo. Chiediamo l’intervento delle Forze dell’Ordine e ASL perché da ieri stanno raccogliendo le olive in questa zona e non conosciamo il frantoio in cui finiranno queste olive che crescono, da anni, su piante che traggono nutrimento da terreni invasi da rifiuti pericolosi e speciali.

Spett.le redazione,

quanto sto per raccontarvi potrà sembrarvi una storia folle. E folle lo è, se si immagina che per anni a Molfetta esiste un terreno, formalmente di proprietà di un ente pubblico ma sostanzialmente nella disponibilità di un preciso soggetto privato, in cui sono stati sversati grandi quantità di rifiuti di ogni genere anche (e soprattutto) speciali fra cui anche (e soprattutto) amianto.

Non so quanto la follia stia nella storia in sé (raccolta puntuale, ripetuta e impunita di olive in un sito potenzialmente contaminato) e quanto ne stia nella omertosa consapevolezza degli organi di ogni grado che hanno lasciato immune (e forse in qualche caso anche favorito) l’autore di questa pericolosissima situazione potenzialmente in grado di pregiudicare la salute di molfettesi che ignari hanno acquistato l’olio molito da quelle olive.

Prima di iniziare il racconto vorrei che esaminaste bene le foto della discarica che vi allego. Poi gradirei che deste uno sguardo ad un atto di un dipendente comunale (perito agrario) che visitando quel sito lo ha certificato come OLIVETO SPECIALIZZATO. Sì: non gli è bastato scrivere oliveto, ma ha avvertito anche l’irrefrenabile necessità di qualificarlo come “specializzato”. Quando ci vuole ci vuole!

Cercherò di andare per ordine e cercherò (ve lo garantisco) di essere il più riassuntivo possibile anche se l’esito (anche questo lo garantisco) temo che non sarà soddisfacente rispetto alla mie intenzioni.

Era il 2 Dicembre del 2010 quando i militari delle fiamme gialle sottoponevano a sequestro questo suolo che qualificavano “discarica abusiva” su cui erano stati scaricati fra le altre cose “circa 2 TONNELLATE di materiale cementizio contenente amianto – lastre ondulate -, frantumate e sparso sul terreno vegetale”.

Gli stessi militari attestavano che “Da un esame di detto materiale cementizio contenente amianto si è constatato che da esso fuoriuscivano numerose fibre”. Il grassetto ed il sottolineato sono dell’atto.

In seguito ad una mia attività di segnalazione in data 2 Agosto 2011 (quindi pochi mesi dopo) si recava nel medesimo sito un funzionario del comune di Molfetta (che si è firmato come perito agrario) a suo dire (anzi scrivere) in compagnia di un maresciallo della Polizia municipale (il quale, è opportuno precisarlo, non ha firmato) e con un atto, a dir poco leggendario, di “Accertamento dello stato di consistenza e attestazione delle colture agrarie in atto” riscontrava che in “Contrada CHIUSO LA TORRE i terreni sono coltivati ad “OLIVETO SPECIALIZZATO”

Vi preciso che il grassetto, il maiuscolo ed il sottolineato sono dell’atto.

In seguito ad una mia non semplice (diciamo così… ) attività di denuncia in data 21/06/2012 militari del ministero dell’agricoltura tornavano a recarsi sul sito e documentavano nuovamente con materiale fotografico la situazione che non era certo migliorata. Anche loro certificavano “la presenza di rifiuti quali eternit” e accertavano che sui quei terreni venivano (pure) pagati… premi comunitari per oltre 180.000 euro!!

Insomma su una discarica di amianto non solo venivano (e vengono tutt’ora) raccolte olive ma riscuotevano anche un fiume di denaro. Sarei tentato di dirvi come facevano, ma terrò fede alla promessa iniziale di sintesi.

Lasciatemi solo scrivere che il soggetto “scoperto”, che all’epoca era ottantenne, per quel che ne so (e credo di saperne…) era solo il prestanome delle azioni del reale beneficiario.

Nonostante tutto questo, nonostante tutte le evidenze e tutte le segnalazioni del caso, in tutti questi anni hanno continuato senza problemi a raccogliere olive e produrre olio da oliveti a contatto con amianto.

Ho riferito di questa situazione negli anni a tutte le autorità locali, anche ai massimi livelli. Non ho mai avuto risposta. E quando c’è stata, beh, non è il caso, credetemi, di riferirla.

Mi sono chiesto se qualche parente (politico emergente in città) o influente amico abbia avuto un peso. Mi sono dato una risposta.

Alcuni mesi fa ho chiesto (nuovamente) di essere ricevuto dalla massima carica cittadina. Sono stato ricevuto dal responsabile per la prevenzione della corruzione. Ero contento perché se un tizio ti certifica una discarica di amianto come oliveto specializzato c’è il serio rischio che non lo faccia per amicizia, quindi quale figura migliore del responsabile per la prevenzione della corruzione per esporre tutto ciò? Ma evidentemente (mannaggia a me) non devo essermi spiegato bene perché nulla mi risulta essere stato fatto e mantengo la motivata sensazione di essere stato ricevuto con la stessa splendida cordialità con cui i milanesi affrontavano gli untori nel celebre romanzo manzoniano.

Eppure in tutti questi anni non solo la discarica non è stata rimossa, ma in alcuni punti i rifiuti pericolosi sono stati anche tritati così aumentando in maniera esponenziale non solo il rischio di assimilazione da parte degli ulivi ma anche il rischio di malattia degli stessi dipendenti dell’imprenditore che effettuano le operazioni di raccolta.

Quindi il giorno 13/10/2017 ho constatato che, puntualmente, come annualmente avviene, hanno iniziato la raccolta delle olive nella discarica. Ho provato ad avvisare, di nuovo, tutte le autorità locali competenti.

Sino ad ora, di nuovo, non ho avuto riscontri.

Ripeto che l’olio prodotto da olive coltivate in discarica è potenzialmente pericoloso per la salute dei nostri concittadini, che lo acquistano puntualmente, del tutto ignari del pericolo.

firmato N.dR.

 

 

 

 

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi