Un mese fa si temeva un’epidemia, ora il Ministero della Salute rassicura: il focolaio è «attualmente in marcato declino». Parliamo della Sindrome Emolitico Uremica (SEU) associata a infezione da Escherichia Coli, diagnosticata tra luglio ed agosto scorsi a 20 persone, soprattutto bambini, tutti in Puglia. In sedici casi è stata accertata la presenza del batterio Vtec 026, un ceppo particolare di Escherichia Coli. Lo stesso trovato nelle acque di scarico dei depuratori di Andria e Bisceglie. Lo si apprende da fonti della Procura di Trani dove è in corso un’indagine sui depuratori del nord Barese. Le analisi sono state fatte dagli esperti dell’Arpa Puglia.
FILIERA ALIMENTARE – I timori degli investigatori, coordinati dal pm Antonio Savasta, sono due: che il batterio sia presente in origine nella filiera alimentare e sia stato scaricato nei reflui che raggiungono i depuratori, i quali non sono riusciti a debellarli; che le acque di scarico del depuratore di Andria, che confluiscono nel canale Ciappetta Camaggio (che percorre circa 15 chilometri nei campi prima di finire in mare a sud di Barletta), possano essere state utilizzate abusivamente dagli agricoltori della zona e immessi nella filiera alimentare. Nell’inchiesta, a carico di persone da identificare, si ipotizzerebbe il reato di inquinamento ambientale. Due giorni fa il Ministero della Salute ha reso noto che il focolaio epidemico è «in marcato declino», il che suggerisce – secondo il Ministero – una «ridotta o forse cessata attività della fonte epidemica».
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