Sesso e regali per addomesticare le sentenze: a Lecce in carcere l’ex pm Emilio Arnesano

Eseguito l’ordine di carcerazione per via della condanna diventata definitiva a 6 anni di reclusione dopo che due delle principali ipotesi di corruzione sono passate in giudicato – fonte: Francesco Oliva – bari.repubblica.it

È stato accompagnato in carcere, nel tardo pomeriggio di martedì, l’ex magistrato salentino Emilio Arnesano dopo il verdetto della Cassazione nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Favori&Giustizia” che, nel dicembre del 2018, aveva scosso dalle fondamenta gli ambienti giudiziari e sanitari salentini con una serie di arresti eccellenti. I carabinieri si sono presentati in casa di Arnesano, a Carmiano, con un ordine di carcerazione per via della condanna diventata definitiva a 6 anni di reclusione dopo che due delle principali ipotesi di corruzione sono passate in giudicato.

Per altre accuse, invece, c’è stato l’annullamento con rinvio alla Corte d’Appello di Salerno. Arnesano si è lasciato ammanettare ed è stato trasferito nel carcere di Borgo San Nicola. Il magistrato era finito al centro di una fitta trama di favori e corruttele: prestazioni sessuali, una battuta di caccia, una pillola di viagra o l’assunzione del figlio in qualche ditta locale. Il tutto in cambio di procedimenti addomesticati in favore di dirigenti dell’Asl e della sanità locale coinvolti in delicate inchieste giudiziarie oltre che ad alcune avvocate in rampa di lancio

Negli ultimi mesi di servizio, poco prima che venisse messo a segno il blitz, Arnesano era stato trasferito nel pool di un altro ufficio dopo aver lavorato per anni nei ranghi dei pm impegnati nei reati contro la pubblica amministrazione. Un provvedimento scaturito dalle risultanze investigative fino a quel momento secretate e uscite allo scoperto nel dicembre del 2018 quando venne eseguito il blitz.

I finanzieri del capoluogo salentino avevano ricostruito una serie di episodi di giustizia svenduta: il processo addomesticato a carico dell’allora direttore Asl, Ottavio Narracci in cambio di uno sconto di 17mila euro sulla barca di 11 metri acquistata dal dirigente Carlo Siciliano; il provvedimento di dissequestro della piscina in favore di Giorgio Trianni – altro dirigente Asl coinvolto nell’inchiesta – “barattate” con due battute di caccia del daino sulle alture della Basilicata; il personale interessamento per due fascicoli penali a carico del primario dell’ospedale Vito Fazzi, Giuseppe Rollo per ottenere una raccomandazione per una visita specialistica di un suo stretto parente.

C’era poi il capitolo dei favori per trascorrere qualche momento di intimità, a volte anche nel proprio ufficio. Incontri con un’avvocata (che ha chiuso la propria vicenda giudiziaria con una sentenza di patteggiamento) favorita in due fascicoli che interessavano clienti della legale; la raccomandazione per l’aspirante toga Federica Nestola nella sessione d’esame e l’interessamento personale per il procedimento disciplinare avviato nei confronti di un’altra avvocata: la 38enne di Matino, Emanuela Carbone per la quale la Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio della condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Nel corso dei processi sono poi confluite altre accuse: ulteriori episodi corruttivi, nello specifico, contestati all’ex magistrato e a Narracci. Si faceva riferimento all’assunzione di un amico dell’allora pm in una società di trasporti; ad un colloquio di lavoro in un locale nel centro storico di Lecce tra la figlia di un’amica dell’ex magistrato e l’allora direttore dell’Asl; l’assunzione del figlio, tramite l’intercessione Siciliano, in due aziende locali. Nel processo d’appello (concluso con la condanna a 10 anni), i giudici di Potenza avevano ritenuto sussistente anche l’accusa che Arnesano si fosse fornito di viagra da un medico dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce in cambio dell’interessamento del procedimento giudiziario a carico di un amico del camice bianco. Accusa, quest’ultima, che aveva visto assolto l’ex magistrato nel processo di primo grado nella sentenza del 23 gennaio del 2021 sfociato nella condanna a 9 anni di reclusione.

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