bari.repubblica.itdi GIULIANO FOSCHINI
Scommetteva nei suoi centri scommesse per conto di uomini vicini alla camorra. Per questo Nicola De Tullio, notissimo ristoratore barese, titolare della pizzeria Gianpà, è stato arrestato su ordine della procura di Napoli. De Tullio è ai domiciliari a Bari per il reato di intermediazione abusiva di scommesse nell'ambito dell'indagine dell'antimafia campana sul giro di scommesse gestito. Ma, nella stessa inchiesta, è indagato anche di far parte dell'associazione a delinquere e di aver favorito con i suoi comportamenti l'associazione mafiosa del clan D'Alessandro-Di Martino di Castellammare di Stabia.
De Tullio, insieme con un altro barese Carlo Pagone, secondo la procura di Napoli avrebbe "investito stabilmente attraverso le agenzie scommesse Intralot da loro gestite propri capitali al fine di ottenere illeciti proventi mediante il sistema illegale di raccolta e gestione di scommesse organizzato da Maurizio Lopez nell'ambito di un contesto associativo del quale condividevano pienamente obiettivi e programmi". Non solo. A De Tullio viene contestata l'aver favorito la Camorra avendo agito in "condizioni di omertà e assoggettamento derivanti dal collegamento tra Lopez con esponenti di vertice del clan D'Alessandro". De Tullio e Pagone gestivano infatti quelle agenzie della Intralot dove la camorra, con un complicato sistema appositamente escogitato, andava a "coprire" le scommesse fatte in altre agenzie. In questo modo era praticamente impossibile perdere.
Ai baresi era stato dato il compito di
aprire e poi gestire il conto scommesse per conto degli uomini del clan. E, secondo gli investigatori, De Tullio sapeva perfettamente con chi aveva a che fare. Agli atti c'è un intercettazione telefonica nella quale il ristoratore contatta Lopez e "lo informa di aver già provveduto a versare 80mila euro al master di Betfair per ricaricare il conto di gioco, ma, nonostante ciò, questi ancora non avrebbe ottemperato l'incarico: "Il cornuto gli ho dato ottanta da mercoledì gli ho dato… giovedì, venerdì, ieri sera aspettavamo la risposta… stò con la paura… si è preso i soldi e se n'è andato".
Non è la prima volta che De Tullio finisce in un'indagine sul calcio scommesse. Il suo nome (non era però indagato) era nei brogliacci della procura di Cremona per i contatti frequenti con l'ex capitano del Bari, Antonio Bellavista, arrestato dai magistrati lombardi.