
Le carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex senatore e assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri: in particolare emergono i rapporti con l’ex consigliere regionale, esponente di Puglia Popolare, Mario Romano, indicato dagli investigatori come un soggetto in grado di chiedere somme di denaro per garantire raccomandazioni nei concorsi pubblici. Spuntano altri dieci indagati – fonte: Francesco Oliva – bari.repubblica.it
Dieci indagati in più nell’informativa conclusiva nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Re Artù” con cui i militari della Guardia di Finanza di Otranto hanno decapitato un giro di corruttele nel mondo della sanità, della politica e dell’imprenditoria salentina e regionale. Nelle carte dell’indagine, i militari ricostruiscono il fitto intreccio di contatti che l’ex assessore al Welfare regionale, Totò Ruggeri era riuscito a tessere grazie ad altri indagati. In particolare con l’ex consigliere regionale, esponente di Puglia Popolare, Mario Romano, indicato dagli investigatori come un soggetto in grado di chiedere somme di denaro per garantire raccomandazioni nei concorsi pubblici.

E le intercettazioni confluite nel corposo carteggio delineano l’esistenza di un vero e proprio sistema con almeno 60 contestati all’esponente di Puglia Popolare: le intercessioni dell’ex consigliere avrebbero riguardato un concorso della polizia di Stato. Detto fatto. In una telefonata, Ruggeri si lascia andare ad alcune considerazioni su Romano: una persona a lui vicina gli avrebbe fatto sapere di avere ricevuto una richiesta di denaro per essere ammesso al concorso bandito dall’Esercito: “Non è l’aiuto al posto di lavoro…lo facciamo tutti l’aiuto al posto di lavoro ma prendersi 5mila euro dalle persone” dice Ruggeri, ignaro di essere intercettato. E poi, sempre con riferimento a Mauro Romano: “Che si sta vendendo i posti all’Arpal a 3mila euro l’anno”.

Già, i concorsi dell’Arpal (l’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro), e due concorsi di Sanità Service (due episodi, il suo amministratore Luigino Sergio si è dimesso nella giornata di venerdì) e le graduatorie per oss agli Ospedali Riuniti di Foggia. E i tanti testimoni, ascoltati a sommarie informazioni dai finanzieri, hanno confermato di aver dovuto pagare per un concorso all’Arpal. A volte senza neppure ottenere un posto. Il 16 novembre del 2020, i finanzieri hanno monitorato l’incontro tra Romano ed un altro soggetto nei pressi di una stazione di servizio sulla provinciale Castrignano-Corigliano dove l’uomo avrebbe dovuto consegnare “piante” e “concimi”.
A quel punto i militari hanno simulato un controllo per le normative anti Covid e hanno ispezionato il contenuto di una busta che conteneva tre documenti di identità e due buste una contenente 100 banconote da 50 euro per un totale di 5mila euro e l’altra con due mazzette da 100 banconote da 50 euro per un totale di 10mila euro. Il giorno dopo il consigliere viene intercettato al telefono mentre chiede alla moglie di versare il bancomat per versare “direttamente allo sportello non all’interno della filiale della banca in modo da non dover fornire alcuna giustificazione”.

Tra i soggetti finiti all’attenzione degli investigatori compare anche un ex consigliere comunale di Casarano. Ma i nomi monitorati sono stati decine e decine, tra amministratori vecchi e nuovi di diversi comuni salentini, in particolare di un paese del Nord Salento, vicini per ragioni politiche all’ex assessore al Welfare di viale Capruzzi, Totò Ruggeri, in quota per anni nell’Udc. Nomi poi depennati ma che sono legati direttamente alla procedura adottata per la selezione dei geometri abilitati da assumere (a tempo determinato 12 mesi) alle dipendenze del Consorzio di bonifica “Ugento e Li Foggi”. Selezioni che vanno di pari passo con la programmazione della campagna elettorale per le Regionali del 2020. E Ruggeri, disponendo della graduatoria finale provvisoria, suggeriva al suo braccio destro Antonio Renna di intervenire in qualsiasi modo per favorire il “suo” candidato così da posizionarlo nella fascia alta della graduatoria. Dei tre candidati selezionati è poi emerso che soltanto il vincitore, risultato idoneo alla selezione per i titoli, non avrebbe avuto legami diretti con l’ex assessore.

Nella vicenda sui centri specializzati e abilitati nella procreazione medicalmente assistita compaiono anche in questo filone nomi di camici bianchi che rivestono ruoli dirigenziali le cui utenze sono finite al vaglio degli investigatori. Nomi eccellenti della politica locale e di un dirigente regionale sono messi nero su bianco anche nel filone investigativo relativo al ripristino dell’arenile del Lido Atlantis di Otranto, vicenda per la quale è finito sotto inchiesta il sindaco Pierpaolo Cariddi. Anche in questo troncone ci sarebbe lo zampino di Totò Ruggeri.
L’ex assessore avrebbe cercato di forzare le procedure interpellando proprio il primo cittadino di Otranto, un ufficiale della Capitaneria di Porto di Gallipoli, i dirigenti della Provincia e altri della Regione. Personaggi come riportato negli atti d’indagine che rivestono ruoli apicali in alcuni comuni della provincia salentina. Le intercettazioni telefoniche, secondo i militari della Guardia di Finanza, hanno prodotto notevoli spunti di indagine in ordine a condotte illecite commesse. Gli elementi raccolti dagli investigatori, però, non hanno convinto la Procura a iscrivere nel registro degli indagati altri soggetti. Di certo la condotta dell’ex onorevole è ritenuta censurabile ed era arrivata ad influenzare persino la nomina di ruoli dirigenziali all’interno di enti pubblici locali.