Ventinove persone sono state arrestate dalla polizia di Roma con le accuse di associazione di stampo camorristico, truffa ed estorsione aggravata per agevolare l’organizzazione facente capo alla famiglia ‘Zaza’, del nome del defunto Michele Zaza (o ‘Zazo’, per un errore di trascrizione all’anagrafe). Tra le persone finite in manette c’è anche Stefano Zazo, figlio del boss Salvatore, già detenuto e indicato come il reggente dell’organizzazione. Nell’inchiesta risulta indagata anche un’infermiera in servizio nel carcere di Tolmezzo, che avrebbe fornito una scheda sim al boss consentendogli di comunicare dal carcere, alcuni funzionari dell’Agenzia delle entrate e appartenenti alle forze di polizia. Sono contestati a vario titolo i reati di associazione camorristica, truffa ed estorsione. Scoperta anche un’importazione illegale di autovetture dalla Germania.
Secondo gli investigatori, l’organizzazione criminale avrebbe realizzato in varie regioni d’Italia una fitta rete d’investimenti con i proventi delle attività illecite, innanzitutto il traffico di stupefacenti e la capillare estorsione cui venivano sottoposti i commercianti e gli imprenditori nel quartiere napoletano di Fuorigrotta.
Con i soldi incassati illecitamente, il clan Zaza avrebbe quindi acquistato importanti immobili a Roma, Gorizia, Genova e Caserta; impiantato e sorretto numerose società operanti nei settori immobiliare, edilizio, alberghiero, della ristorazione, del commercio di autovetture, della gestione patrimoniale e finanziaria, del gioco e delle scommesse, della gestione di scuderie di cavalli da corsa. Tali ‘asset’, per un valore complessivo stimati di circa 400 milioni, sono stati sottoposti a sequestro.
Su 41 fabbricati, 18 (villini, negozi, appartamenti) insistono su Roma e dintorni, così come 5 terreni su complessivi 14 sequestrati. E ancora ci sono 4 alberghi: il Bellambriana, una grande struttura turistico-ricettiva in zona Aurelia, a 4 stelle su sei piani, con oltre 90 camere e suite, 5 sale meeting, un grande garage privato, due ristoranti (TerraMia e Posillipo), uno interno ed uno esterno a bordo piscina, e una spa attrezzata; l’Abitart in zona Piramide, albergo di design a 4 stelle, su 5 piani con 65 camere e l’annesso elegante e lussuoso ristorante-lounge bar Estrobar; il G.Hotel e il Joy Hotel, due strutture alberghiere sulla Pontina all’altezza di Pomezia, il primo a 4 stelle con 56 camere, ristorante, sale meeting, il secondo a 2 stelle con 21 camere. Sigilli anche a un locale notturno in pieno centro storico (il Moods in corso Vittorio Emanuele), uno spazio multifunzione con design a 5 stelle, cocktail bar e discoteca; 20 società, tutte con sede legale a Roma e provincia, operanti nei settori immobiliare ed edilizio, alberghiero e ristorazione, commercio di autovetture, gestione patrimoniale e finanziaria, gioco e scommesse, gestione scuderie cavalli da corsa.
Tra gli altri beni sequestrati dal personale della Dia, su disposizione dell’Attività giudiziaria napoletana, oltre al villaggio turistico sulla collina di Cogoleto (denominato Villa Beuca, con oltre venti ville a ridosso della costa ligure) anche 18 cavalli da corsa tra i quali figurano alcuni discendenti del notissimo purosangue “Varenne”; numerose autovetture ed uno yacht di 23 metri ormeggiato a Porto Santo Stefano; svariate decine di rapporti bancari.
Le misure di custodia cautelare, delle quali 21 in carcere ed 8 ai domiciliari, sono state eseguite dal personale del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Roma e della Squadra mobile della Questura della Capitale in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli.
Intanto a Napoli la squadra mobile della questura, insieme allo Sco e agli agenti del commissariato di Scampia, ha arrestato il boss latitante Mario Riccio, detto Mariano, 21 anni, il più giovane nella lista dei trecento latitanti più pericolosi d’Italia. Riccio è uno dei protagonisti della nuova faida di Scampia che vede contrapposti il gruppo della Vanella Grassi con un altro cartello della zona per il controllo delle piazze di spaccio.