
L’allarme sulle molteplici modalità utilizzate dalla criminalità organizzata e comune per investire i guadagni illeciti e “ripulirli” – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
«Le indagini dimostrano che nel gioco legale vengono impiegate somme di denaro elevatissime, che non sono spiegabili soltanto con la ludopatia». È chiaro il procuratore di Bari, Roberto Rossi, che già in passato aveva lanciato l’allarme sulle molteplici modalità di riciclaggio del denaro, utilizzate a Bari dalla criminalità, organizzata e comune. C’è grande attenzione investigativa agli investimenti nel settore turistico — dai b&b ai ristoranti — aveva spiegato, ma non vengono trascurate modalità diverse di pulitura del denaro e forse ancora più sicure.

Le sue parole tornano con forza, dopo che è stato reso noto il meccanismo di riciclaggio dei proventi di un traffico di droga utilizzato dallo studente 22enne Alberto Garrappa. Analizzando il suo caso è facile capire che per ripulire il denaro tramite i centri scommesse è necessaria la compiacenza dei gestori e che le indagini, su quel versante, non sono finite. Perché il fenomeno, evidentemente, va oltre quella sorta di piccola impresa che era stata costituita dal 22enne e coinvolge anche i clan.
«Già soltanto le cifre vinte — perché quelle giocate non è dato saperle — sono assolutamente incompatibili con le giocate di persone comuni, anche se ludopatiche — ha detto Rossi, riferendosi al fenomeno generale — Significa che ci sono veri e propri investimenti di denaro da riciclare nel gioco».
Ma le lavatrici oggi sono tante. Come dimostrano le operazioni sulle frodi sui bonus edilizi. In quel caso i proventi ottenuti con le false ristrutturazioni degli edifici vengono rimessi sul mercato tramite giri di false fatturazioni, per poi ritornare nelle mani di chi organizza gli imbrogli. «Negli ultimi tre anni le indagini finalizzate all’aggressione patrimoniale dei beni illecitamente accumulati tramite le frodi sui bonus, hanno consentito alla Procura di Bari di recuperare oltre 100 milioni», aveva spiegato pochi giorni fa il comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Pasquale Russo.