Regione, si allarga l’inchiesta sulle truffe all’agricoltura: nuove indagini sugli avvocati

La macchina delle ingiunzioni non si è mai fermata. Ancora due giorni prima che la Guardia di Finanza eseguisse le misure cautelari ordinate dal gip Giovanni Abbattista, gli avvocati Michele Primavera e Oronzo Panebianco avevano notificato alla Regione nuove richieste per il pagamento di spese legali collegate all’indennità sostitutiva agricola.

L’inchiesta della Procura di Bari su quella che potrebbe essere la più grande truffa degli ultimi anni ai danni delle casse regionali non si è ancora fermata: a cavallo di Natale i militari della Finanza hanno eseguito nuovi accertamenti e hanno prelevato altra documentazione.

L’obiettivo è dimostrare che solo gli arresti hanno fermato un salasso alle casse pubbliche che va avanti ormai da più di dieci anni: 23 milioni di euro pagati dalla Regione a fronte di una sorte capitale di poco superiore ai tre milioni. Ma la cifra rischia di essere approssimata per difetto.

L’inchiesta del procuratore facente funzioni Roberto Rossi e del pm Francesco Bretone è partita proprio da una denuncia del governatore Michele Emiliano, a maggio del 2018. Raccontava nei dettagli il meccanismo con cui un gruppo di avvocati da anni stava riuscendo a ottenere, a botte di poche centinaia di euro alla volta, milioni di euro di spese legali asseritamente maturate sulle cause per il recupero dell’indennità agricola, i sussidi che la Regione a fine anni ‘80 doveva pagare agli agricoltori e che per un certo periodo erano stati bloccati.

Ma il meccanismo si stava già impigliando: un anziano agricoltore di Rignano Garganico, cui era stata notificata dall’Agenzia dell’Entrate una ingiunzione per il pagamento del contributo unificato su una sentenza a lui ignota, si era presentato dai carabinieri denunciando di non aver mai dato alcun mandato agli «avvocati di Bari». E la Procura di Foggia aveva aperto un fascicolo, poi trasferito ai colleghi del capoluogo per competenza territoriale.

Anche l’episodio di Foggia ha confermato l’ipotesi accusatoria: il gruppo di avvocati avrebbe fatto incetta di mandati, utilizzando anche le generalità di persone morte, disinteressandosi poi dell’indennità agricola in sé. Il loro scopo era recuperare spese legali con la tecnica dell’intervento: facevano eseguire un pignoramento sul conto di tesoreria della Regione, e in quella sede si presentavano in proprio (con l’assistenza di un altro avvocato dello studio) per reclamare le loro spettanze, che hanno la precedenza. Un «giochino» ripetuto migliaia di volte l’anno, per sei anni.

Michele Primavera, 61 anni, di Bitonto, il figlio Enrico Primavera e Oronzo Panebianco, 52 anni di Bari (i primi con gli avvocati Nicola Quaranta e Francesco Ruggero, l’ultimo solo con Quaranta) sono finiti ai domiciliari insieme alla collega Susi Iorio, a una dipendente dell’ufficio Esecuzioni immobiliari del Tribunale di Bari, Giuliana Tarantini, e al presidente di una associazione di consumatori di Barletta, Renzo Pedico (avvocato Carmine Di Paola), mentre una quarta avvocatessa, Francesca Fiore, è stata interdetta per sei mesi.

I Primavera e Panebianco si sono rivolti al Riesame così come la Tarantini. Per i due avvocati la discussione è slittata a lunedì, mentre per Enrico è stata chiesta la revoca della misura: il pm Bretone ha dato parere positivo all’eventuale autorizzazione al lavoro esterno. Il ricorso della Tarantini è stato invece rinviato a giovedì per un difetto di notifica.

I sequestri per 23 milioni disposti dal gip Abbattista non sono ancora stati completati: difficilissimo ricostruire le scatole cinesi, tra l’Italia e la Svizzera, in cui sarebbero stati nascosti i soldi.

fonte: MASSIMILIANO SCAGLIARINI – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi