Regionali in Puglia, dalla commissione Antimafia i nomi di 4 candidati ‘impresentabili’

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bari.repubblica.it

Sono quattro gli ‘impresentabili’ candidati nelle liste pugliesi per le elezionali regionali. L’ufficio di presidenza della commissione parlamentare Antimafia è al lavoro per stilare un elenco di gente che non avrebbe dovuto essere in corsa per questo turno elettorale. Quando mancano solo cinque giorni all’apertura delle urne, la pubblicazione degli identikit non fa sì che i candidati indicati siano esclusi dalla gara. Al massimo, quindi, potrebbero non essere votati dagli elettori che vengono a conoscenza di una fedina penale non proprio immacolata dei loro potenziali eletti. Ma tant’è.

Per quanto riguarda i pugliesi, il primo nome è quello dell’imprenditore barese Fabio Ladisa, in corsa con i Popolari per Emiliano (Udc, Centro democratico, Realtà Italia): nel 2012 l’allora consigliere comunale Ladisa risultava imputato per truffa, estorsione e furto. “Preso atto della comunicazione ufficiale, il candidato presidente del centrosinistra pugliese Michele Emiliano ha chiesto al coordinatore della lista Udc, Realtà Italia, Centro Democratico di ritirare il candidato Ladisa dalla competizione elettorale“, si legge in un comunicato.

Degli altri tre finiti nel mirino dell’Antimafia, due fanno parte dello schieramento alleato dell’oncologo Francesco Schittulli e uno di quello che fa capo ad Adriana Poli Bortone. Si tratta rispettivamente del brindisino Massimo Oggiano (Oltre con Fitto), che nel 2011 fu accusato di concorso esterno in associazione mafiosa (l’ex capogruppo di An al Comune di Brindisi era sospettato di essere un fiancheggiatore di un clan della Sacra corona unita capeggiato dai fratelli Giovanni e Raffaele Brandi).

Il secondo è un medico di Cisternino, sempre in provincia di Brindisi, si chiama Enzo Palmisano e fa parte del Movimento Schittulli: pare che gli inquirenti gli contestassero il voto di scambio, ma il procedimento era andato prescritto. L’ultimo nome finito sulla graticola è quello di Giovanni Copertino, ex presidente democristiano della Regione ex ex assessore della giunta Fitto, era stato accusato di corruzione, truffa e falso nell’ambito del processo La Fiorita, sembra che gli avessero contestato pure il voto di scambio. Reato che però era stato prescritto.

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