I due pescatori che la scorsa notte sono stati salvati dall’intossicazione provocata da un ordigno bellico emerso nella loro rete, si trovavano in un’area militare interdetta a pesca e navigazione.
di Federico Spadoni (www.romagnanoi.it/…)
RAVENNA – Salvati appena in tempo a bordo del peschereccio su cui stavano pescando, illegalmente e in una zona interdetta alla navigazione. Per due pescatori di Comacchio residenti a Porto Garibaldi, quella di ieri è stata un’uscita in mare iniziata male, poichè contro le regole, e finita decisamente peggio, con un’intossicazione provocata dalle esalazioni di una bomba al fosforo, emersa in superficie dopo essere finita nella loro rete. Per i due, capitano e macchinista di 51 e 50 anni, si prospettano ora severe sanzioni amministrative e penali contestate dalla capitaneria di porto di Ravenna, dopo aver trascorso la notte in ospedale.
La zona proibita. Di certo non doveva solcare quello specchio di mare l’imbarcazione battezzata "Al Fra". A circa un miglio dalla foce del Reno, dove il fondale tocca appena gli otto metri, erano due i divieti ai quali si doveva attenere. Prima di tutto quello di navigazione: la zona si trova nell’area del poligono utilizzato per le esercitazioni militari. In poche parole, un tratto di mare che potrebbe essere soggetto a operazioni in cui vengono utilizzate armi vere e proprie. In secondo luogo, i due pescatori si trovavano a una distanza dalla costa non sufficiente per darsi alla pesca.
La bomba al fosforo. Era finita sul fondale dell’Adriatico durante la Seconda Guerra Mondiale. E lì sarebbe rimasto quell’ordigno bellico se non fosse stato per le reti dell’imbarcazione dei due comacchiesi che ieri sera l’hanno "agganciata" e trascinata fino in superficie, dove si è innescata la reazione chimica. Non una deflagrazione, bensì l’esalazione di un gas tossico scaturito dal contatto tra il fosforo e l’ossigeno, associato alle numerose scintille e fiamme provenienti dalla bomba. Un fumo che è si è alzato dalla rete della "Al Fra" creando seri problemi di respirazione ai due malcapitati pescatori. Che nonostante gli attimi di paura, sono riusciti a lanciare l’sos alla guardia costiera.
Il salvataggio. Sono così partiti gli uomini della capitaneria di porto in un’operazione coordinata dalla capitaneria, e affiancata anche dai mezzi di carabinieri e guardia di finanza. Raggiunta l’imbarcazione, hanno soccorso i due pescatori, trasportandoli attorno alle 24 al porto di Marina di Ravenna, dove sono stati affidati ai sanitari del 118. Passate alcune ore al "Santa Maria delle Croci", sono stati dimessi questa mattina attorno alle 3.30. La bomba invece è stata lasciata sul posto, opportunamente segnalata in superficie, in attesa degli artificieri che questa mattina l’hanno fatta brillare una volta per tutte. Scampato il pericolo, per capitano e macchinista del peschereccio si prospettano ora le sanzioni previste per essersi avventurati a pescare dove neppure potevano navigare.