Amministrazione comunale e opposizioni non rispondono ancora…
La strategia politica dell’amministrazione Azzollini, non avendo più l’obiettivo del Porto come strumento mediatico di propaganda, si sposta a terra e monta la parata del P.I.R.P. (Programmi Integrati di Riqualificazione delle Periferie).
Questa volta, com’è accaduto nel 2007, Azzollini ha avuto dei complici d’eccezione, quell’opposizione che doveva mantenere una certa continuità con il voto espresso nella seduta straordinaria del 7 maggio 2007; allora il consiglio comunale con 30 voti favorevoli ed unanimi approvò il programma di riqualificazione della Madonna dei Martiri.
All’indomani del voto favorevole, forse tardivamente pentiti, i Consiglieri Comunali dell’opposizione, Annalisa Altomare, Antonio Ancona, Mariano Caputo, Lillino di Gioia, Michele di Molfetta, Nicola Piergiovanni, Tommaso Minervini, Nino Sallustio e Mino Salvemini giustificarono il loro voto favorevole con un comunicato stampa e in un passaggio del loro documento dichiaravano:
«A noi consiglieri di opposizione (e di alternativa alla destra) il PIRP è parso più un’occasione perduta che una grande opportunità, che poteva essere colta in modo migliore.
Soprattutto i cittadini del quartiere, andavano coinvolti sin dalle prime scelte e non solo negli atti finali quando non è più possibile correggere nulla. (Ma questo è un Valore che la destra, specialmente quella del fine settimana, fatica a comprendere).
Votare il PIRP era doveroso (siamo all’opposizione ma responsabili e consapevoli del destino e delle opportunità della nostra comunità, opportunità a cui abbiamo fortemente contribuito a Molfetta, insieme ai sindacati inquilini, e nel governo regionale), sia per dare una risposta ai cittadini residenti, che per cogliere una opportunità che il governo regionale ha voluto mettere a disposizione delle periferie dimenticate da anni di politiche urbanistiche irresponsabili.
Altrettanto doveroso controllare e correggere l’uso che faranno di questa grande opportunità i capi popolo della destra. Altrettanto doveroso migliorare le potenzialità di questo finanziamento, sperando che le lacune riscontrate non mettano a rischio il finanziamento regionale.
Seppure dall’attuale condizione di opposizione, continueremo, con il governo regionale e con tutte le altre energie istituzionali, politiche e culturali del centro sinistra, a fornire ai molfettesi le opportunità di miglioramento nei fatti concreti…e nei Valori.»
Poi il comunicato, facendo riferimento ai meriti di tale progetto, così riferiva:
«Il lavoro svolto dall’amministrazione ha quindi pochi meriti. Bravi i giovani professionisti “genuini” della creatività e dell’impegno, che sono stati coinvolti nella progettazione urbana dall’ Amministrazione, stendendo un velo pietoso su alcune presenze, pur minoritarie ed ininfluenti, che dovevano sentire eticamente il dovere di non parteciparvi.»
Ebbene quelle “lacune” che potevano mettere a rischio il finanziamento regionale in effetti c’erano e il progetto fu bocciato in quanto non rispondeva a determinati requisiti formali richiesti dal Bando.
“Al Progetto presentato dal Comune di Molfetta non è stato attribuito alcun punteggio nella fase di valutazione delle proposte pervenute in Regione, in quanto non rispondeva a determinati requisiti formali richiesti dal Bando e, proprio per questo, quel progetto non è neanche entrato nella graduatoria resa pubblica nei giorni scorsi dalla collega Angela Barbanente”. Non voglio polemizzare con l’amministrazione o con i tecnici che hanno redatto il progetto di recupero del quartiere Madonna dei Martiri, mi limito solo a segnalare che, forse, con una dose supplementare di attenzione si sarebbe potuto centrare un obiettivo molto importante per la città.
Con queste parole Guglielmo Minervini, assessore regionale alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva, commentava nell’ottobre 2008 la notizia dell’esclusione della città di Molfetta dall’elenco dei Comuni beneficiari dei finanziamenti regionali nell’ambito dei Programmi Integrati per la Riqualificazione delle Periferie (P.I.R.P.).
Oggi, alla luce delle dichiarazioni dei consiglieri comunali d’opposizione 2007 e dell’assessore Guglielmo Minervini del 2008, ci chiediamo che fine abbiano fatto quei “requisiti formali” richiesti dal bando regionale che determinarono l’esclusione dai finanziamenti?
E poi, quel giudizio impietoso dell’opposizione su “alcune presenze, pur minoritarie ed ininfluenti, che dovevano sentire eticamente il dovere di non parteciparvi”, che fine ha fatto?
Forse si riferivano all’Ing. Corrado Altomare, all’arch.Giambattista Del Rosso e all’Ing.Gaetano Di Mola?
Sono solo tre dei 18 “ragazzi del P.I.R.P.” che in questi giorni la stampa della propaganda di Palazzo ci ha fatto conoscere; giovani professionisti scelti dall’ex Dirigente al territorio Rocco Altomare? O dall’amministrazione comunale?
Un giorno sapremo sicuramente chi ha affidato ufficialmente e tecnicamente il progetto del PIRP a questi giovani professionisti e con quali criteri sono stati scelti; sarebbe anche corretto conoscere lo studio tecnico in cui hanno lavorato e da chi sono stati coordinati, oltre all’ex Dirigente Rocco Altomare e all’Arch. Lazzaro Pappagallo.
Pubblicamente chiediamo agli odierni consiglieri di opposizione (Mino Salvemini, Giovanni Abbattista, Saverio Patimo, Nicola Piergiovanni, Mauro De Robertis); non sarebbe stato più giusto astenersi in consiglio comunale sul P.I.R.P, alla luce delle notizie di reato svelate dall’operazione “Mani sulla Città” che portò all’arresto di 9 persone tra cui proprio l’Ing. Rocco Altomare, suo figlio Ing. Corrado Altomare, l’arch. Giambattista Del Rosso e Ing. Gaetano Di Mola, soci dello studio «A&D»?
Sarebbe stata sufficiente una motivazione al voto di astensione per salvare politicamente il progetto e riaffermare i dubbi sull’operato dell’ex Dirigente Rocco Altomare; ma, si sa, certa sinistra d’opposizione è masochista e non riesce mai a distinguere il limite dell’ inciucio politico.
Da parte nostra, oltre alle precedenti considerazioni, riaffermiamo i dubbi già espressi nel 2007 che sintetizziamo in queste domande:
1) Quali sono stati i criteri usati per la scelta delle palazzine da demolire, le condizioni statico-strutturali, criteri tecnico-estetici o l’importanza delle famiglie residenti?
2) L’assegnazione dei nuovi appartamenti da costruire saranno assegnati secondo una graduatoria che coinvolga tutti gli abitanti del quartiere, o criteri clientelari che vedrebbero come assegnatari privilegiati i fortunati abitanti delle palazzine prescelte?
3) Le spese per lo sgombero delle palazzine da demolire e la sistemazione provvisoria delle famiglie sono state previste nel progetto?
4) In che modo sono state coinvolte quelle forze sociali, del volontariato e dell’associazionismo che il bando prevedeva?
5) In che modo sono state coinvolte le forze produttive e gli imprenditori privati?
6) Chi sono i privati che contribuiranno a realizzare il progetto e come sono stati individuati?
7) Chi ha deciso che il quartiere da interessare al progetto doveva essere la Madonna dei Martiri?
8) Nel progetto di riqualificazione del quartiere il Comune intende verificare le numerose morosità e l’eventuale perdita dei requisiti di qualche assegnatario?
9) I protocolli d’intesa che il bando prevedeva, tra amministrazione e privati che dovrebbero cedere i suoli per costruire le nuove “case popolari” sono stati acquisiti, oppure bisogna procedere con l’esproprio?
10) Le zone in cui sono previsti parcheggi sotterranei sono state sottoposte a carotaggi ispettivi per verificare la consistenza del sottosuolo, oppure ci saranno le solite varianti in corso d’opera nel momento in cui si troverà l’acqua di mare affiorante?