
Lo scandalo parentopoli nelle società in house delle Asl pugliesi ha portato i militari a effettuare i primi sequestri. E dalle verifiche potrebbero arrivare le inchieste della magistratura – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Il primo capitolo è stato scritto a Lecce: la Guardia di finanza è ritornata nella sede della Sanitaservice (l’azienda in house della Asl) per delle perquisizioni, nell’ambito di un’inchiesta su 159 assunzioni e con 19 indagati, che potrebbe essere solo la prima di una serie. Tutte le Sanitaservice della Puglia, infatti, sono al centro di un’ispezione avviata dal Nucleo sanitario regionale, che – se dovesse ravvisare questioni che meritano approfondimento penale – potrebbe segnalarle alle Procure. Cosa che è molto probabile che avvenga.
E non sarebbe neppure una novità, considerato che già in passato le Sanitaservice sono finite al centro di accertamenti giudiziari. A Foggia, per esempio, le presunte pressioni per non internalizzare il servizio Cup fecero finire agli arresti i politici Angelo e Napoleone Cera, tuttora sotto processo per quella vicenda. A Bari, in più inchieste della Direzione distrettuale antimafia, è emerso che i boss avessero sistemato molti parenti nella società e che, in alcuni casi, proprio grazie a loro riuscissero ad avere corsie preferenziali per visite mediche e interventi.
Le verifiche a Bari
Controlli dovuti anche alla Asl, quelli che gli ispettori guidati dall’avvocato Antonio La Scala stanno svolgendo, dopo aver fatto le prime verifiche (e chiesto la prima documentazione) alla Sanitaservice della città capoluogo, guidata da Fabrizio D’Addario, ex uomo forte del centrodestra poi migrato alla corte di Michele Emiliano.
La Sanitaservice è infatti una società in house dell’azienda sanitaria e ad essa strettamente collegata per molti aspetti. Tra le questioni al centro delle ispezioni c’è l’assunzione di 450 tra autisti e soccorritori dalle associazioni che gestiscono il 118, nell’ottica di internalizzare il servizio. E poi la gara per l’acquisto di 55 ambulanze, bandita da Sanitaservice (e alla quale erano state ammesse la Orion e il raggruppamento Maldarizzi-Vs asistenza Fca bank) poi bloccata dall’Anac, quindi rifatta dalla Asl. E l’affidamento di incarichi legali ad avvocati esterni, per i quali potrebbero essere state spese cifre ingiustificate.

Le assunzioni
Sono state tante negli anni ed effettuate tramite percorsi diversi. Prima è toccato al personale che si occupa del Centro unico di prenotazioni, che la Regione ha deciso di internalizzare nel 2018. Poi altre figure di varia natura, a Bari per esempio i 66 “pulitori”, tramite una selezione pubblicata a novembre e conclusa con delle graduatorie che sono state pubblicate sul sito della società con nomi e cognomi tagliati a metà (la procedura non è irregolare ma certamente non consente a chiunque di vedere i nomi degli assunti).
Quindi l’internalizzazione degli autisti soccorritori, partita da Foggia, poi fatta a Brindisi, annunciata nelle altre province e conclusa anche a Bari (sempre con graduatorie non consultabili). Oltre alle assunzioni vere e proprie ci sono le consulenze, quelle legali in primis che costituiscono la voce più importante, ma anche incarichi a commercialisti e informatici, tramite singolari atti di designazione, come uno del giugno 2021 per il servizio di gestione delle buste paga, con tanto di correzioni a penna.

Il caso Lecce
Potrebbe avere sviluppi rapidi, considerato che, dopo le acquisizioni di metà luglio, ieri la Guardia di finanza è tonata alla Sanitaservice con un mandato di perquisizione firmato dal sostituto procuratore Massimiliano Carducci. L’inchiesta ruota attorno a un concorso indetto il 22 dicembre 2020, al quale hanno partecipato circa 1.700 persone e dal quale sono usciti 159 vincitori. Prima delle prove due donne, vicine agli ambienti della Sanitaservice, avrebbero contattato alcuni candidati facendo sapere che erano in grado di aiutarli a superare le selezioni e facendosi pagare per questo. Una delle persone che avrebbe versato denaro ha poi deciso di denunciare e da lì sono nati gli accertamenti della Guardia di finanza. Dopo aver acquisito materiale a metà luglio, gli investigatori ieri hanno effettuato le perquisizioni.
La protesta di Foggia
È iniziata diverse settimane fa, quando decine di ausiliari che si aspettavano la stabilizzazione in Sanitaservice hanno capito che la Regione non avrebbe attinto dalla graduatoria formata dopo le selezioni del 2019. Il 19 luglio, inoltre, la giunta regionale ha stabilito che le società in house avrebbero dovuto bloccare tutte le procedure di reclutamento del personale, escluse quelle relative all’internalizzazione del 118. Da qui la rabbia dei lavoratori, che ieri hanno protestato sotto la sede della presidenza regionale sul lungomare.
“Nelle strutture sanitarie foggiane c’è una grossa carenza di personale ausiliario – ha detto Santino Mangia dell’Usb – reso drammatico dai pensionamenti. Per affrontare la gestione quotidiana dei servizi, di recente alcuni lavoratori sono stati richiamati dalle ferie. Il blocco delle assunzioni è insensato, perché sta mettendo a rischio la regolarità dei servizi sanitari”.
La richiesta che i lavoratori hanno portato a Bari è stata di sblocco delle assunzioni e a raccoglierla sono stati due dirigenti del dipartimento salute. Dalla politica, invece, nessun segnale, anche perché era stata proprio la politica a imporre lo stop delle stabilizzazioni. In quell’ambito, stando alle verifiche in corso (penali e amministrative) si celano scambi di favori, di denaro e a volte anche di voti. Con le elezioni politiche alle porte, dunque, è meglio andare con i piedi di piombo.