I sottoscritti 1128 cittadini, considerato che l’Ordinanza, meglio specificata in oggetto, penalizza ingiustificatamente la libera fruizione di un luogo e di un bene pubblico come la muraglia, chiedono alla S.V. di predisporre l’immediata revoca dell’Ordinanza Sindacale n. 41979 del 21.07.2017 e l’applicazione dei contenuti dell’Ordinanza del 22.11.2007 prot. 62889. Inoltre si chiede la disponibilità della S.V. ad un incontro pubblico, a breve termine, così come da Lei auspicato nel Consiglio Comunale del 13 novembre 2017, per confrontarsi sul futuro della fruibilità della Muraglia e sulla necessità di fare chiarezza sulla servitù pubblica di passaggio della strada pensile della Muraglia.
Seguono 1128 firme …
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1128 firme raccolte e protocollate.
10 centri di raccolta firme diffusi.
4 appuntamenti pubblici in piazza .
Sono questi i numeri della campagna #riprendiamocilamuraglia per sostenere la petizione che chiede la revoca dell’Ordinanza Sindacale n.41979 del 21.07.2017 e l’applicazione dell’Ordinanza del 22.11.2007 prot.62889.
Un movimento popolare, trasversale, che vede adesso l’inizio della seconda fase: protocollo delle firme raccolte e richiesta di un incontro pubblico col Sindaco Minervini che si baserà su queste domande:
– Il primo cittadino di Molfetta accetterà di confrontarsi pubblicamente su cosa fare dal 1 gennaio 2018 dal momento che l’ordinanza cessa i suoi effetti il 31 dicembre 2017?
– Vorrà dare vita ad un serio dibattito, come da lui stesso auspicato nel Consiglio Comunale del 13 novembre 2017, per evitare una nuova restrizione della fruizione pubblica della strada?
– Saranno rese note quali sono le aree private e quelle a servitù pubblica di passaggio che caratterizzano il lastrico solare della muraglia?
– Si potrà ritornare a usufruire di uno spazio libero da tutti quegli oggetti ingombranti e abusivi che attualmente ne restringono il passaggio?
Come cittadine e cittadini continuiamo a sostenere che i beni comuni non saranno mai veramente tutelati e salvaguardati se si continuerà a usare il decoro urbano come scusa per ridurre gli spazi pubblici, siano essi in centro o in periferia.