È stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato ai giudici della Corte di Cassazione dai legali del 53enne Mauro Amoruso, il sottufficiale dell'esercito italiano condannato nel 2009 dalla corte d'appello di Bari a 2 anni e 3 mesi di reclusione.
E adesso l'uomo, di Giovinazzo, rischia anche la rimozione lavorativa, ma quest'ultimo aspetto lo stabilirà l'amministrazione statale.
L'unica certezza, almeno per il momento, resta la condanna del maresciallo giovinazzese accusato di millantato credito per aver chiesto denaro ai genitori di un giovane molfettese aspirante a fare carriera nelle forze armate. I fatti risalgono tra la conclusione del 2003 e l'inizio del 2004, quando i genitori del ragazzo furono contattati dal sottufficiale di Giovinazzo.
Il maresciallo avrebbe millantato conoscenze tra i graduati dell'esercito, nonchè presso lo stesso Ministero della Difesa, assicurando così un percorso privilegiato.
Alcune perplessità spinsero la famiglia a una denuncia ai carabinieri della compagnia di Molfetta, seguita dalla complessa istruttoria di primo grado che ha visto anche la trascrizione di una conversazione tra la mamma del giovane molfettese e il militare giovinazzese imputato.
Nel processo di primo grado, il maresciallo Mauro Amoruso era stato condannato a 3 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Ma dinanzi alla Corte d'Appello di Bari la pena è stata ridotta.
Adesso la sesta sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali del sottufficiale. Che ora rischia seriamente di perdere anche il posto.