Presidio di solidarietà per Matteo d’Ingeo

Sit-in di solidarietà: Molfetta abbraccia Matteo d’Ingeo

La città reagisce con un raduno all’intimidazione contro il coordinatore del Liberatorio Politico

Molfetta reagisce. Non ci sta. Numerosi cittadini si sono ritrovati ieri pomeriggio in via Quintino Sella, ai piedi dell’abitazione di Matteo d’Ingeo, per testimoniare la propria solidarietà e vicinanza al coordinatore cittadino del Liberatorio Politico, ancora una volta vittima di atti intimidatori.

La notte scorsa, un ordigno ad alto potenziale è stato fatto esplodere dinanzi alla porta d’ingresso della propria abitazione, sul pianerottolo al primo piano, ed ha danneggiato la porta e il muro circostante. Sull’episodio indagano i Carabinieri, che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza della zona, eseguito varie perquisizioni domiciliari e sentito in caserma persone informate sui fatti, mentre Molfetta, con un sit-in, s’è stretta attorno all’ex consigliere comunale.

E tutto ciò, mentre continuano ad arrivare messaggi di solidarietà, da parte del movimento Molfetta per la Puglia («Sono episodi che condanniamo fortemente e ci auguriamo che le forze dell’ordine facciano quanto prima chiarezza sull’intera vicenda»), e dell’associazione Avvocati di Molfetta («Chiedo a tutte le istituzioni – le parole del presidente, Alessandro Capursi – che mettano in campo iniziative adeguate ad assicurare alla giustizia gli autori di questi atti criminali)».

Anche il Partito Democratico ed i Giovani Democratici condannano «con forza l’atto vile e indegno, che lede la persona, tenta di attaccare il suo impegno civico e colpisce nel profondo la comunità molfettese tutta», mentre Area Pubblica chiede «alle autorità deputate alle indagini di polizia giudiziaria ed al Prefetto di Bari di andare questa volta sino in fondo per accertare chi siano stati autori e mandanti del gesto, ma soprattutto le cause che lo hanno determinato».

«Esprimiamo condanna per l’atto intimidatorio – hanno detto gli attivisti di Libera Molfetta -. L’episodio assume contorni ancora più gravi e preoccupanti dopo la precedente esplosione del 1 marzo scorso. Auspichiamo che le autorità preposte possano rapidamente procedere all’accertamento della dinamica dell’accaduto e all’individuazione dei responsabili. La nostra attenzione, in ogni modo, resta alta e non dobbiamo, quindi, abbassare la guardia».

I militanti dell’associazione molfettese hanno partecipato in massa al sit-in assieme allo stesso d’Ingeo, a cittadini, partiti, associazioni (tra cui l’Azione Cattolica) e membri delle istituzioni. Tra loro, oltre all’assessore alla Sicurezza Pasquale Mancini, anche il presidente della massima assise civica Nicola Piergiovanni: «Le istituzioni cittadine, in questo momento, sono vicine ed è importante far capire a tutti che il territorio molfettese è presidiato».

In strada, assieme ad Antonello Zaza, anche Gianni Porta, di Rifondazione Comunista («Bisogna diffondere ad altri pezzi della città il messaggio di difesa delle regole e dell’agibilità democratica di chi è impegnato a vario titolo in questa città»), Silvio Salvemini, di Sinistra Italiana(«Quest’episodio segna una stagione che vogliamo non ritorni») e Corrado Minervini, di Articolo Uno-Mdp («Il fatto è gravissimo, la città va coinvolta e bisogna alzare la soglia di attenzione»).

Le parole di Libera («Non bisogna abbassare la guardia (è in cantiere un’assemblea pubblica, ndr) e garantire non solo vicinanza ma anche la giusta tutela») sono un ulteriore monito al fatto che pur in un momento difficile concetti come rispetto delle istituzioni e valore della legalità sono condivisi da tutti. Un incontro vissuto nella semplicità, ma non per questo meno importante di tante ufficiali prese di posizione e messaggi di solidarietà.

Un gesto di maturità democratica che lascia il segno della speranza in un futuro migliore: «Chiediamo all’amministrazione – hanno concluso i membri di Libera – di convocare il comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali per individuare delle azioni da intraprendere». Un atto dovuto, un atto di rispetto.

 

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«Siamo di fronte alla recrudescenza di un gruppetto di delinquenti»

https://www.molfettaviva.it

Continuano a giungere reazioni e commenti, dopo il potente ordigno di fabbricazione artigianale fatto esplodere dinanzi alla porta d’ingresso dell’abitazione di Matteo d’Ingeo, coordinatore del movimento civico Liberatorio Politico di Molfetta.

«Quello compiuto ai danni di d’Ingeo, a cui va la solidarietà dell’Amministrazione – scrive Tommaso Minervini -, è un atto vile che non può essere tollerato. Siamo di fronte alla recrudescenza di un gruppetto di delinquenti che va stroncato. Per questo da tempo, con la collaborazione delle forze dell’ordine presenti sul territorio, stiamo intrecciando e monitorando gli episodi di un certo spessore che, per tecniche e modalità, inducono a pensare ad un filo conduttore.

Con l’aiuto di un penalista – prosegue – vogliamo così predisporre una lettura articolata dei fatti di un certo rilievo accaduti in città al fine di rendere concreta, oltre gli auspici e le solidarietà, la collaborazione coi Carabinieri, forze dell’ordine e la Procura della Repubblica. Da tempo stiamo lavorando a tutto tondo per una lettura dei fatti prima che sedimentazioni delinquenziali di un gruppetto si radicalizzino in città, una città attiva, sana, reattiva.

Ma questo grumo va evirato subito! Questo in aggiunta agli investimenti in uomini e mezzi della Polizia Locale e degli investimenti nel campo del settore tecnologico con l’impiego di telecamere sempre più sofisticate. La Molfetta positiva e sana non resta a guardare, ma la promozione alla legalità – conclude Minervini – è un fatto corale, di collaborazione istituzionale, civile, sociale e culturale. Senza scorciatoie e senza strumentalizzazioni».

Intanto proseguono le indagini dei Carabinieri che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza degli esercizi commerciali della zona, eseguito perquisizioni domiciliari e sentito in caserma persone informate sui fatti.

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Solidarietà a Matteo d’Ingeo

Grave intimidazione presso la sua abitazione

Piena solidarietà al prof. Matteo d’Ingeo, coordinatore del “Liberatorio politico” di Molfetta, per la reiterata intimidazione procurata presso la sua abitazione, con notevoli danni materiali, ma soprattutto con deliberata violenza psicologica e morale che arriva a travalicare addirittura la “soglia di casa” e mette a serio rischio l’incolumità delle persone.

Altri episodi avevano già colpito d’Ingeo e proprio il 16 maggio scorso si era concluso il processo per l’aggressione personale subita nell’aprile 2016. Evidentemente il suo impegno contro l’illegalità, l’inciviltà, l’abusivismo commerciale, tocca interessi molto forti e la sua voce resta isolata nel panorama cittadino.

Chiediamo alle Istituzioni locali e alle Forze dell’Ordine di alzare il livello di guardia e affrontare con più determinazione tali situazioni di illegalità che generano violenza.

Anche alle associazioni civili ed ecclesiali, nonché agli organi di informazione, è richiesto di intensificare l’impegno a vigilare, ad essere osservatori critici sulle dinamiche del territorio e di non abdicare all’impegno educativo per la legalità.

Il settimanale Luce e Vita aderisce all’assemblea pubblica di protesta annunciata dal presidio Libera di Molfetta e dall’Azione Cattolica.

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